(Italiano) Ferlaino, i miei 50 anni di Napoli «Da privato sfidai i grandi club»


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«Di quel giorno ricordo la telefonata di Parente. Mi disse “Buongiorno, Presidente”, ed io risposi “Ma Presidente di che?” Pensavo ad uno scherzo». Cinquant’anni fa la prima volta, che non sarebbe stata l’ultima. Napoli lo chiama ancora “Presidente” come dal 18 gennaio del 1969 quando Corrado Ferlaino diventò il Patron di una squadra che di lì a poco avrebbe spiccato il volo. «Era un calcio diverso, c’erano grandi gruppi a supporto delle prime squadre d’Italia: la Fiat per la Juve, il petrolio per l’Inter, Berlusconi per il Milan. Io ero un privato e il mio Napoli ha sofferto un po’ questa condizione». Le sofferenze della squadra azzurra, però, durarono poco: Krol, Savoldi, poi Maradona e quel gruppo fantastico che seppe portare in città due scudetti memorabili e una Coppa Uefa che è ancora oggi unico trofeo internazionale della storia azzurra. 

«Il Napoli di oggi lo seguo ancora, sono da sempre tifoso azzurro e non potrebbe essere altrimenti». Ferlaino non sarà più il Presidente ufficiale, ma resta primo supporter della squadra oggi di Ancelotti. scherza nell’attesa che cominci il pranzo. Ma come si fa a rivivere i fasti dell’epoca Ferlaino? «Il più grande regalo che posso aver fatto al Napoli resta il mio lavoro, mi sono sempre impegnato durante tutti i trentatré anni in cui sono rimasto alla guida, è stato il miglior regalo che potessi fare prima a me stesso. A  De Laurentiis non darei nessun consiglio, sa cosa fare e poi se pure gliene dessi qualcuno nemmeno lo sentirebbe», sorride l’ingegnere. Oggi, al lungomare, il ritrovo di tanti vecchi amici. Giornalisti ed ex calciatori si sono rivisti per festeggiare mezzo secolo da quella famosa chiamata di Parente. Spiccano i volti di Vinicio e Bruscolotti, simboli della storia del club. «Mancano ancora sei ore», precisa Ferlaino. «Quando mi hanno detto che si avvicinava questa data, ho cominciato a telefonare a qualche amico. Ho riscontrato subito tanta voglia di rivedermi, è la cosa che mi ha fatto più piacere».

From: Il Mattino.

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