Lo stadio è lo stesso, la passione dei tifosi pure ma il resto è tutto, o quasi, cambiato. Difficilmente Walter Mazzarri domenica sera, quando con il Torino tornerà al San Paolo, sbaglierà panchina sulla quale sedersi: di volti famigliari, di quando era alla guida degli azzurri, ormai nella squadra partenopea non ce ne sono quasi più. Il quasi è rappresentato da Lorenzo Insigne, giocatore che ha fatto esordire in serie A quando era in Primavera e che ha poi allenato e fatto giocare con continuità nel suo ultimo campionato nel club di Aurelio De Laurentiis. Tutto il resto del Napoli ha invece dato l’addio alla maglia azzurro.
DA CAVANI A HAMSIK, QUANTI ADDII – Tra i primi a lasciare la squadra partenopea, dopo il passaggio di Walter Mazzarri all’Inter, ci furono Edinson Cavani e Morgan De Sanctis: il primo voltato a Parigi, il secondo passato alla Roma. Via via tutti gli altri fino a Christian Maggio (svincolatosi la scorsa estate) e ora Marek Hamsik, partito alla volta della Cina proprio a poche ore dal ritorno del tecnico toscano al San Paolo. Rispetto alla stagione 2012/2013, per l’appunto l’ultima di Mazzarri in azzurro, il Napoli non è cambiato solo a livello di giocatori, è diverso l’assetto dirigenziale (il direttore sportivo ora è Cristiano Giuntoli, all’epoca era invece Riccardo Bigon) ed è diverso persino lo sponsor tecnico. Ma a essere cambiata è sopratutto la percezione del Napoli e gli obiettivi della società. INDIMENTICATO A NAPOLI – Mazzarri si è seduto sulla panchina di una squadra di metà classifica ma dal passato glorioso (esattamente come lo è ora il suo Torino) e l’ha fatta crescere, facendola giocare con continuità nelle coppe europee, conquistando un trofeo (la Coppa Italia del 2012) e portandola al secondo posto in campionato. Ora il Napoli è nuovamente una grande del campionato italiano che ambisce a conquistare scudetti e trofei internazionali. Sogni, questi, possibili grazie al lavoro di Mazzarri: e per questo che, anche il suo Napoli ormai non c’è più, Napoli (intesa come città e tifoseria) non l’ha dimenticato.
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