“Il primo anno ho sofferto il calcio italiano, il secondo anno ho fatto un po’ meglio. Al terzo anno, con Maurizio Sarri, avevamo un modo di giocare a memoria: prima di lui ero incerto sul continuare, Maurizio mi ha chiamato nel suo ufficio e in 5 minuti mi ha convinto. Mi ha fatto fare 36 gol, con soli tre rigori, è stato un grande maestro per me“. Intervenuto su Twitch alla Bobo Tv in compagnia di Christian Vieri, Daniele Adani, Antonio Cassano e Nicola Ventola, l’ex attaccante di Napoli, Juventus e Milan, Gonzalo Higuain, ha parlato del neo-tecnico della Lazio: “Avevo dubbi sul continuare, quando ho deciso di continuare ho fatto quella stagione, feci bene. Per poco non abbiamo vinto lo scudetto. Giocavamo a memoria. Quell’anno abbiamo fatto 91 punti, è dura non vincere con così tanti punti. Maurizio era molto preciso con le cose che voleva fare: la squadra l’aveva capito, ci divertivamo. Perché è stato mandato via dalla Juve? Credo che i giocatori non abbiano capito il modo di giocare di Sarri e la società ha deciso di esonerarlo dopo un anno. A Sarri piaceva giocare al massimo a due tocchi, palla dietro e palla avanti. Forse non tutti i calciatori si sono riusciti ad adattare al suo metodo. Ma questa è solo una mia opinione“.
“Il calcio è cambiato. Quando giocavo a Madrid ero una punta centrale mentre con Sarri ho imparato ad aiutare la squadra. Quando poi sono arrivato alla Juve quasi finisco a fare il centrocampista centrale. Alla Juve mi sono trovato bene, tranquillo, in una città tranquilla. Andavamo in palestra tutti i giorni. Rimpianti? No, nessuno. Quando ero bambino e parlavo con mio fratello, sognavo di fare una carriera, giocare in nazionale… Ho fatto tutto quello che sognavo e anche di più. Poi si può vincere o no, ma ho giocato la finale più importante di tutte (il Mondiale, ndr), quella di Coppa America, di Champions ed Europa League… Ho raggiunto tutti gli obiettivi“.
“Ho avuto la fortuna di giocare 8-9 anni in nazionale quasi sempre con Messi. Sono l’argentino che ha giocato più minuti con Ronaldo e Messi. Sono a un livello talmente alto che, se sei intelligente a capirli, ti possono capitare 3-4 occasioni da gol a partita. Sei tu che devi adattarti a lui, per me è stato un privilegio. Possono piacere più o meno, l’uno o l’altro, ma tutto quello che hanno fatto se lo sono meritato. Ronaldo con il lavoro si è conquistato il posto alla pari con Leo, altrimenti di Palloni d’Oro non ne avrebbero vinti dieci di fila“.
“Cassano? Uno dei più forti con cui ho giocato, ma se avesse voluto avrebbe potuto fare di più. Durante un allenamento con Capello, è caduto un orecchino a terra e ha fermato l’allenamento. Capello ci ha mandato a correre“, afferma il Pipita visibilmente divertito dal ricordo.
“A Miami sto a meraviglia, ho trovato serenità fuori dal calcio. Sto benissimo e sono felice. In Europa non trovavo la serenità fuori dal calcio, Buffon mi ha detto che quando non avrei più sentito il fuoco dentro sarebbe stato il momento di cambiare. Pensavo di venire qui e giocare con la sigaretta in bocca e invece si fa fatica perché è un campionato duro. Ho imparato che è simile al calcio italiano. In Spagna e Inghilterra è più facile fare bene, mentre in Italia se non conosci il campionato soffri“.
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