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Castel Volturno. Sarri dovrebbe fare come Ulisse e tappare le orecchie alla sua ciurma mentre naviga verso la partita di stasera, sul campo del Bologna. Troppe le sirene che cantando rassicuranti, possono indurre ad abbassare la guardia. Prima sirena: la marcia trionfale della squadra in queste prime quattro gare (nel preliminare Champions e in campionato) che potrebbe aver ulteriormente gonfiato l’autostima del Napoli. Sia chiaro, cosa buona in sé ma che spesso in passato ha generato qualche sufficienza come effetto collaterale, soprattutto al cospetto delle cosiddette «piccole». Seconda: l’esordio di mercoledì in Champions con lo Shakthar potrebbe suggerire (più o meno inconsciamente) di non sperperare energie.
Terza: la consistenza del Bologna che ha iniziato con il passo giusto (una vittoria a Benevento e un pari con il Torino) e che ha un bel po’ di individualità (da Di Francesco a Verdi) che possono costruire tranelli e trabocchetti. Quarta sirena: sulla panchina avversaria c’è quel tal Donadoni che quando vede il Napoli è un po’ come quando un toro vede rosso perché è vero che un anno fa ha rimediato sette gol in casa, ma è anche vero che l’anno prima aveva stregato Sarri (3-2 al Dall’Ara) e prima ancora aveva guidato il Parma al più assurdo dei pari (i ducali sapevano di essere ormai falliti) che costò al Napoli di Benitez il terzo posto e la Champions.
Insomma, il Bologna va maneggiato con calma. Come se fosse una vipera del Gabon. E Sarri dovrà fare proprio come Ulisse e cavarsela con intelligenza, per disinnescare le insidie della serata. Ha lavorato poco con la sua squadra, per colpa delle nazionali. E la cosa, ovviamente, lo ha infastidito. Ha potuto iniziare a parlare della partita solo giovedì, perché 24 ore prima Hamsik e soci hanno pensato solo a disintossicarsi dai lunghi viaggi di rientro. Ed è per questo che alla fine non gli dispiace giocare domenica sera, piuttosto che in anticipo il sabato: ha avuto un giorno in più per preparare questa partita. E non è questione di poco conto.
Non ha grossi dubbi, per stasera. O meglio, ce ne ha qualcuno, come ovvio che sia. E dipende soprattutto dalle condizione fisica. Ma come sempre si orienterà sui suoi fedelissimi. Non è il momento del turnover tanto per farlo, perché i tre punti di questa sera per Sarri hanno persino più importanza dei tre punti in Ucraina. La cometa deve essere, come sempre, quel calcio di qualità: recupero aggressivo, palleggio, possesso, gioco d’attacco. Dove il porto d’approdo sarà sempre il 4-3-3.
Il primo dubbio riguarda la cabina di regia: Jorginho si allena con il resto del gruppo soltanto da giovedì. Ragion per cui l’italo-brasiliano è in svantaggio rispetto a Diawara che proprio nell’allenamento di ieri, prima di partire per Bologna, ha rimediato una piccola botta alla coscia. Se la scelta dovesse cadere sull’ex bolognese, alla sua destra come pretoriano nella linea a tre di centrocampo, potrebbe esserci spazio per Zielinski. Con Hamsik che da lì non lo tocca nessuno. Nonostante non sia ancora al top (il Bologna peraltro è la squadra a cui ha fatto più gol in carriera: ben 9 in 20 partite).
Sarri sa bene che per prima cosa deve preoccuparsi di dare al Napoli che sogna lo scudetto solidità alla difesa che in queste prime due giornate di campionato ha preso gol preoccupanti con l’Hellas e l’Atalanta. E quindi, difficilmente toccherà qualcuno là dietro. In attacco, invece, tiene sulla corda sia Milik che Mertens. Ma soprattutto, tiene sulla corda Donadoni. Che sa bene che un conto è doversi attrezzare per difendere sul polacco, un altro sull’ex falso nove che ha stregato tutti. Ci sarà De Laurentiis in tribuna. Ieri il presidente, a Maranello per la festa dei 70 anni della Ferrari, ha spiegato: «Considero Donadoni tra i migliori e il Bologna una squadra amica. Spero che non piova e che il campo non si allaghi». E Sarri potrebbe centrare la vittoria numero 8 consecutiva ed eguagliare il record precedente ottenuto nella stagione 2014/15.
From: Il Mattino.