(Italiano) Raspadori tra Napoli e l’Italia: Jack al centro di due grandi progetti


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È il ragazzo della porta accanto. Lo chiamano tutti Jack che indubbiamente suona assai meglio di Giacomino. In ogni caso, grazie a questo gioiellino, l’Italia s’è desta. È al centro dei due progetti all’anno zero: quello della Nazionale e quello del Napoli. Due rifondazioni che partono da presupposti differenti: la fallimentare mancata qualificazione in Qatar e un taglio netto degli ingaggi e dell’età. Simeone, suo rivale per una maglia nel Napoli, nell’intervista di ieri al Mattino ha confidato che gli indivia il genio e il talento: il suo tiraggiro dell’altra sera all’Inghilterra ha incantato tutti. È stata una carezza da numero 10. Ha solo 22 anni e cammina quasi sempre con un libro sotto al braccio: studia e deve laurearsi in scienze motorie all’Università San Raffaele di Roma (anche Alex Meret è iscritto alla stessa facoltà). Dunque, passa da un esame all’altro: da quelli all’Università a quelli su un campo di calcio. De Laurentiis ne è rimasto talmente stregato che ha inseguito per un mese e mezzo i capricci del Sassuolo che di mollarlo non ne aveva molta intenzione. Lui, Raspa, è meraviglioso: quando pensa e gioca a pallone. Tutto resta lì, nella pulizia della tecnica. Jack è una specie di eloquio alla pacatezza, almeno a Castel Volturno fanno fatica a trovare in questo suo primo mese in azzurro qualcosa fuori luogo. E poi segna gol decisivi come pochi altri a quell’età, come se fosse normale. La girata allo Spezia, all’89’, la rete ai Rangers Glasgow dopo sette minuti in cui aveva preso il posto di Simeone e quello all’Inghilterra che ha rotto un momento nero dell’Italia. Quello del buono non è un travestimento, non dà mai l’impressione di voler incendiare il mondo. Tutti lo vogliono sempre così, sia Mancini che Spalletti: non ha alcuna bestia dentro che ringhia. È l’esempio del perfetto bravo ragazzo che non fa il bullo e non si comporta mai da screanzato. 

Può giocare un po’ dove gli pare là davanti. Dicono che ricordi Pablito Rossi. Per altri ha la potenza di Bruno Giordano. Lui ha sempre raccontato di avere grande stima per Totò Di Natale. Prima punta ma anche seconda. Pure trequartista e chissà se possa anche giocare sulla fascia (magari con il Torino al posto di Politano). Mister 35 milioni non alcun desiderio di tempesta ed è un ragazzo che non pensa di dover rifiutare la normalità. Anzi, lui si sguazza nel vivere serenamente. Da Bentivoglio è passato a vivere a Sassuolo e ora il balzo nella grande città, Napoli. Ha voluto il club di De Laurentiis a ogni costo: ha resistito alle promesse per il 2023, il suo futuro era adesso, al Napoli. Non tra un anno. Impressiona, con il Napoli ma anche con l’Italia, il fatto che non patisca i momenti decisivi come ha dimostrato con lo Spezia, i Rangers e l’Inghilterra, per l’appunto. Quando non conta essere belli, ma veri. Quando più che dèi bisogna essere braccianti che faticano per salvare il raccolto. Si vede che lui pretende la normalità non la straordinarietà: quando parla dice cose semplici e scontate, ma sono le cose più giuste. «Dobbiamo riportare in alto questa Italia». Vero, lo vogliono tutti, perché la vittoria con gli inglesi è solo un brodino. E pure battere l’Ungheria non servirà chissà a cosa per lenire le ferite che bruciano ancora: ma è Raspadori la stella di questa Nazionale. C’è poco da fare. Quasi un messia, poco ci manca, del nostro pallone a brandelli. Che certo non può permettersi più di aspettare gli altri. 

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È un ragazzo di paese cresciuto senza fare mai passi più lunghi della gamba, fisico non da fenomeno, inizialmente solo mancino ma che con il tempo e il lavoro anche destro (pure con la mano). A Raspadori è sempre piaciuto assai una punta, El Kun Aguero, sia come modello per modo di giocare e movenze. Ieri erano tutti felici per lui: «La risolve Raspadori! Uno di noi», ha festeggiato il Comune di Castel Maggiore sulla propria pagina Facebook. Elisa, la fidanzata, ha postato il video del suo gol. È la sua quarta rete con la maglia azzurra, un poker di Jack. «È stata una bellissima prestazione e grande vittoria! Testa all’Ungheria», la carica su Instagram di Raspadori che è pure il segnale che domani vuole esserci. Altro che turnover pensando al Torino. «Ha qualità straordinarie ma ha pochissime partite a livello internazionale – dice il ct – e questo conta. Se avesse 50 partite internazionali sarebbe un giocatore ancora migliore, è giovane e gli va dato tempo. Il gol è stato straordinario, ha fatto tutto bene». Sembra un chiaro messaggio, forse una specie di appello, a Luciano Spalletti, visto che da un po’ di tempo Mancini ha preso l’abitudine di lamentarsi (una sorta di litania) per il poco spazio dei giovani italiani nelle competizioni top come la Champions. Spalletti lo aspetta mercoledì a Castel Volturno, per preparare il rush finale prima della sosta del Mondiale. 12 partite in 40 giorni. L’Italia s’è desta. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/giacomo_raspadori_napoli_italia-6948868.html

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