Cannavaro contro Bucchi, storie che s’intrecciano. L’attuale tecnico giallorosso, alla sua prima uscita stagionale, contro l’ex sulla graticola. Uno che è appena arrivato contro colui che rischia d’andar via. Benevento-Ascoli è pure il remake del preliminare playoff dello scorso torneo cadetto, che si gioco al Del Duca in gara secca e vide il Benevento eliminare i marchigiani grazia al sigillo di Lapadula. Ma è soprattutto il battesimo italiano di Fabio allenatore, con tutti gli occhi puntati addosso, e il fratello Paolo che da vice sfida l’amico Christian, suo compagno di squadra in maglia azzurra nel stagione 2006-07. Era già il Napoli di De Laurentiis, che conquistò la piazza d’onore in B (e la conseguente promozione in A) con Edi Reja al timone. Oltre a Cannavaro junior e Bucchi, in quella squadra militava anche un fantasista che si sarebbe poi accomodato sulla panchina sannita: Roberto De Zerbi. Il secondo di Bucchi è un altro protagonista di quel Napoli, Mirko Savini, anche lui transitato ai piedi della Dormiente con Christian capo allenatore. C’è grande curiosità per l’esordio da driver del Pallone d’Oro, a due passi da casa. Ci sarà tutta la famiglia a seguirlo domani sera al Ciro Vigorito. Per Cannavaro è il ritorno calcistico in Italia dopo oltre 12 anni: giocò l’ultima partita il 15 maggio 2010 con la maglia della Juve, prima del Mondiale in Sudafrica (e delle ultime gare in azzurro).
Stasera, dopo la rifinitura pomeridiana e l’elenco dei convocati, la conferenza stampa alle 19. Almeno in questa fase iniziale, si dovrebbe andare verso la riconferma del 3-5-2 che adottava il predecessore Caserta, ma con ben altra aggressività e baricentro alto. Sarà un Benevento votato all’attacco nonostante le pesanti assenze a centrocampo. Cannavaro non avrà infatti i registi Viviani (reduce da una distrazione all’adduttore lungo, è fermo da un mese e ancora non si è riassorbito l’edema) e Kubica (il polacco arrivato per 1,2 milioni dal Gornik Zabrze), mentre l’altro interprete del ruolo, ovvero Schiattarella, non è al meglio della condizione. Deve quindi decidere se schierare da vertice basso Acampora, che in realtà sarebbe adattato (come faceva Caserta in emergenza) oppure forzare il rientro di Schiattarella, cui sta facendo seguire un lavoro personalizzato. L’alternativa? Cambiare la disposizione della linea di metà campo passando dal 3-5 al 3-4 con due trequartisti dietro l’unica punta. Fabio ha comunque intenzione di prendersi tutto il tempo a disposizione e farà le sue scelto soltanto all’ultimo istante. In difesa pochi dubbi con il trio Leverbe-Glik-Veseli, questi ultimi due reduci dagli impegni con le rispettive nazionali. Sulle corsie Letizia e Masciangelo. In attacco l’unico sicuro del posto è Francesco Forte, mentre si candida per una maglia da titolare anche il brasiliano Farias, poco utilizzato da Caserta.