Primo in campionato e qualificato agli ottavi di finale di Champions. Ma forse i numeri che gratificano di più Luciano Spalletti sono quelli relativi alla valorizzazione della rosa: con lui, in pochi mesi, il Napoli ha fatto il salto doppio, per la felicità di De Laurentiis. Dice il sito specializzato Transfermarkt – citato persino dalla procura di Torino nel caso della plusvalenze – che da 440 milioni le quotazioni sono arrivate a circa 500 milioni. Ma non è così: prendete Kvara, secondo il sito in questione, oggi vale 35 milioni di euro. Ecco, rispetto ai 10 milioni sborsati in primavera, già è una plusvalenza da favola. Diciamo che ora la rosa del Napoli vale almeno 600 milioni di euro. Ma le leggi di mercato dicono ben altro: l’ala georgiana non verrebbe mai ceduta per una simile cifra. Impossibile persino che De Laurentiis si possa prendere in considerazione un cifra del genere. Che appare simbolica, quasi illogica. Il talento 21enne ne vale almeno il doppio, ma anche di più, forse è già attorno agli 80 milioni. Per età e prospettive (immense) di crescita.
Sembra una specie di paese dei balocchi questo Napoli, con Aurelio De Laurentiis che recita la parte di Re Mida. Kim, preso per 18 milioni, ne vale almeno 40 milioni dopo aver mostrato quello che sa fare. E Lobotka? Pescato per 18 milioni dal Celta Vigo, non ha nulla in meno rispetto a Jorginho che pure venne ceduto per la cifra monstre di 60 milioni di euro. Per altro, lo slovacco è pezzo unico, difficile trovarne di simile. Patrimonio raddoppiato, insomma: oltre a quelli sul campo, un altro successo per Lucianone, bravo a lanciare i giovani, motivare i più esperti, coinvolgere tutti. Ma un premio significativo anche per le scelte della società sul mercato, a partire da Cristiano Giuntoli. È un processo virtuoso solo agli inizi, occorre tempo per vederne gli effetti autentici. Ma è difficile immaginare lo sbarco di un simile modello nella massima serie. È un premio per il patron azzurro che la scorsa estate ha avuto il coraggio di voltar pagina con effetti salutari che ora sono sotto gli occhi di tutti. Ottenuto il taglio di ingombranti veterani, il club azzurro è riuscito anche a ringiovanire la rosa con risultati tecnici più che apprezzabili.
L’attenzione sempre maggiore per la valorizzazione dei giovani: che arrivino direttamente dai vivai (come Gaetano, Zanoli o Zerbin) o che vengano strappati alla spietata (e più danarosa) concorrenza straniera. Ovvio, giovani e meno giovani: come Kvara, Osimhen, Lobotka, Anguissa (comprato a 20 milioni, ne vale il doppio), Kim, Rrhamani. È un autentico boom con la strada maestra per i risparmi non può che essere all’insegna dello scouting, della ricerca dei talenti nascosti in campionati figli di un dio minore. La scelta vera e propria è il no ai parametri zero, il rifiuto del club azzurro a pagare ingaggi alti (e commissioni altissime) per i calciatori a scadenza. I giocatori acquistati la scorsa estate ora hanno ben altro prezzo, a partire anche da Simeone: pagato il prestito 2 milioni, fissato il riscatto a 18 milioni, ne vale almeno 25. E ha già rinviato all’estate per proposte interessanti, Giuntoli, per Kim: comprato a 18, ora vale 40. Ancora: Anguissa, riscattato a 15, ne vale già almeno 35. Senza dimenticare la rivelazione della Champions, quell’Ostigard che indubbiamente preso per 5 milioni dal Brighton ne vale almeno il triplo. Ed è una cifra è destinata a salire. Come quella di Politano, che dopo un avvio complicato sta convincendo tutti. Anche nel calcio, vale quanto si dice in Borsa: compra a poco e vendi a molto. Se poi, come ha fatto il Napoli, hai l’abilità di tesserare il Messi della Georgia, il gioco è fatto. Ed è probabile che sia a portata di mano anche il titolo di squadre con il più alto livello di valorizzazione della rosa. Prendete Zielinski: a suo tempo venne preso a 15 milioni di euro. Ora si prepara anche lui a discutere il rinnovo, ma ce ne vogliono almeno 45 adesso. Stessa cosa per Osimhen: per meno di 120 milioni non va via. Ovvero, ce ne vogliono 40 in più rispetto a quanto pagato.