Il Milan blinda Pioli per altri due anni. E il Napoli e Spalletti? I complimenti ripetuti di Aurelio De Laurentiis sono la prova che il futuro azzurro dell’allenatore toscano è sempre più corazzato. In maniera discreta il tecnico ha già affrontato la questione della sua permanenza con il ds Giuntoli rinviando ogni discorso alla fine del campionato. Non ci sono appuntamenti a breve. D’altronde, secondo il punto di vista di De Laurentiis, il tecnico di Certaldo ha un contratto fino al 2024, visto e considerato che il club azzurro si tiene ben stretta l’opzione unilaterale di rinnovo da far scattare entro maggio del prossimo anno. E quando ci sono di mezzo clausole di questo tipo, per De Laurentiis sono opzioni che valgono già il rinnovo. Ma è chiaro che non può essere così semplice: vero che De Laurentiis ha voluto l’opzione per il terzo anno, ma non potrà scattare con la semplice raccomandata da inviare al domicilio di Luciano. Spalletti e il Napoli dovranno parlarsi per gettare le basi per il futuro anche se potrebbe essere solo una formalità vista la soddisfazione sia del club che del tecnico. Ma quando? L’impressione è che anche Spalletti non pensa sia il caso di farlo durante la sosta del Mondiale. È tranquillo, non ha fretta di conoscere quello che succederà, non gli pesa la situazione contrattuale. Ha ribadito, anche piuttosto infastidito, che lui ormai pensa a un anno alla volta e che quindi non ha alcuna intenzione di legarsi a una società per più di un anno. E che, soprattutto, dell’argomento non intende parlare. Tradotto: alla fine della stagione si siederà con De Laurentiis e deciderà come andare avanti. Ma sembrano esserci davvero poche nuvole.
Le incomprensioni del dopo Empoli-Napoli sono acqua passata: De Laurentiis, neppure per una frazione di secondo ha mai pensato di chiudere con Spalletti in anticipo. Mai. Ha creduto nel progetto ed è andato avanti con decisione. Luciano Spalletti è molto più aziendalista di quello che vuol far credere. Ha accettato con il sorriso di essere alla guida di questo anno zero, fatto di giovani promesse e di talenti sconosciuti. Ha affrontato la sfida del rinnovamento con il sorriso e ha stravinto la sua scommessa. Ha dimostrato di essere tra i migliori allenatori italiani, simbolo della meritocrazia del pallone, con un feeling unico con i propri calciatori. Vive con il nemico alle porte, con la sindrome dell’accerchiamento: ma ha 63 anni e di certo il carattere non lo può più cambiare. È legato a De Laurentiis che lo ha voluto al Napoli dopo due anni senza lavorare (ma ben pagato dall’Inter). Ha un contratto fino a giugno da 2,8 milioni a stagione, il terzo anno non prevede chissà quali aumenti. Ma è impensabile che De Laurentiis faccia scattare la clausola in maniera unilaterale, senza prima un nuovo faccia a faccia. Spalletti vuole restare a Napoli ancora a lungo: e nessuno si faccia ingannare dal fatto che ha scelto di vivere, da solo, in hotel. E un modo tutto suo per restare concentrato esclusivamente sul proprio lavoro.