A poche ore dalla morte di Pelè e immediatamente dopo il cordoglio di tutto il mondo per la scomparsa di uno dei più grandi calciatori della storia si è riacceso anche l’eterno dibattito su chi, tra l’eterna bandiera brasiliana e Maradona, sia stato il migliore di sempre.
Un dibattito infuocato che va avanti da decenni e che, forse, non riuscirà mai ad arrivare ad una conclusione. Nella querelle si è inserito anche il giornalista Filippo Facci che non ha perso occasione per ribadire i suoi molto poco lusinghieri pensieri nei confronti del fuoriclasse argentino, scomparso nel 2020. In un post lanciato su Facebook e in cui esaltava Pelè, Facci ha risposto piccato al commento di un utente che esprimeva la sua netta preferenza per il campione di Villa Fiorito.
«Sei educato – ha scritto Filippo Facci – ma resti un partenopeo malato del ladro e drogato Maradona». Un commento che ha scatenato l’immediata reazione dei fan di Diego, che non hanno risparmiato insulti al giornalista che più volte negli scorsi anni si è scagliato contro Maradona, attirandosi critiche, commenti negativi e fin anche una querela per diffamazione da parte di Hugo, fratello di Diego. Tanto che poi Facci ha scritto un nuovo post in cui a titoli cubitali scrive: SI ASTENGANO DAI COMMENTI I PARTENOPEI IMPALLINATI CON MARADONA: QUI SI PARLA DI PELE’, CAZZO CE NE FREGA DI MARADONA, ADESSO.
Maradona, Napoli ed i napoletani sono finiti più volte sotto la penna “pungente” del giornalista originario di Monza che non ha mai risparmiato critiche alla città e ai suoi abitanti, scegliendo spesso uno dei suoi simboli più importanti – Diego, appunto – per esprimere giudizi a dir poco tranchant.
Nel corso di tantissime interviste rilasciate sull’argomento, lo stesso Maradona ha ribadito con forza più volte di non voler essere da esempio per nessuno. Il calciatore è stato grande, l’uomo ha commesso degli errori. Ma ciò non sempre è stato recepito.
Per i gesti sportivi, Maradona si può senz’altro discutere, ma la “Mano de Dios” non fu affatto un furto. Fu, semmai, una bravata giustificata dal delicatissimo clima socio-politico di quegli anni – la guerra per le Falkland/Malvinas era appena finita e la tensione tra argentini e inglesi era ancora alle stelle -, in ogni caso oscurato quattro minuti dopo da quello che sarebbe diventato il più bel gol di sempre.