La sensazione più concreta, per quanto sia sgradevole ammetterlo, è che Ancelotti, e con lui tutto il Napoli, si stiano avvicinando all’evento nella peggiore disposizione d’animo possibile, forse addirittura con un filo di timore, di sicuro non nelle migliori condizioni psico-fisiche. E con due assenze che probabilmente stanno avendo un peso enorme negli accadimenti degli ultimi tempi. Il 2 febbraio con la Sampdoria, Marek Hamsik salutava il Napoli e Raul Albiol sedeva in panchina già accusando i problemi che lo avrebbe portato all’intervento al tendine. Nei giorni successivi, lo slovacco se ne sarebbe andato definitivamente in Cina e lo spagnolo a Londra, per una operazione avvolta nel mistero fino a quel momento e che lo riporterà a Castel Volturno sabato prossimo. Chissà se in tempo utile, oppure no, per il return match con l’Arsenal. Di certo, tutti e due mancano a questo Napoli: hanno giocato assieme 208 partite, da quella prima volta con il Bologna, il 25 agosto del 2013.
FALLE IN DIFESA
Il rientro di Albiol è importante sul piano tecnico, tattico e della personalità. Gli assenti, si sa, hanno sempre ragione ma è ovvio che anche il rendimento di Koulibaly risente dell’assenza dello spagnolo. Il Napoli prende gol da 6 gare consecutive in campionato (10 gol incassati nelle ultime sei partite), mai era successo in precedenza in questa stagione e questo filotto negativo è coinciso con l’assenza di Raul. Solo in tre delle nove gare da quando si è infortunato il centrale spagnolo, il Napoli è riuscito a mantenere la porta inviolata, segnale di qualcosa che non va per il verso giusto. In particolare, contro Empoli e Genoa è emerso quello che era già visibile nelle gare precedenti: manca la distanza tra i reparti ed anche i meccanismi della linea sono apparsi più farraginosi. Manca anche il giusto timing nelle scalate il che provoca disattenzioni continue che con l’Arsenal possono costare caro. Un’assenza che dipende dal fato: l’intervento di pulizia al ginocchio sinistro è stato rinviato troppe volte finché Albiol non ha potuto farne a meno. In che condizioni tornerà? In Spagna sta svolgendo anche delle sedute di potenziamento muscolare, proprio come Ghoulam: quindi davvero a inizio prossima settimana la sua condizione verrà valutata. Di certo, è fondamentale. Ed è anche uno di quelli che si prende sulle spalle lo spogliatoio: lui è uno di quelli che ha scelto di restare qui, nonostante le avance del Valencia della passata estate. Vuole vincere a Napoli, dove ha imparato ad amare i tifosi e la gente di qui.
CARO MAREK
Se per Albiol, il Napoli ha poco da rimproverarsi, ecco che qualche rimpianto per Hamsik deve averlo: vere, lo slovacco voleva andare via e De Laurentiis gli aveva promesso che in caso di offerta se ne sarebbe andato. Ma il suo addio, a metà stagione, a sguarnito il centrocampo. Senza Hamsik è un Napoli che ha perso molto nella velocità di fraseggio: il pallone gira più lentamente, manca il vero play che non porta palla ma che cerca di farla transitare tra i piedi dei compagni per saltare, senza usare dribbling e fisicità, le linee di pressione avversarie. Un gioco che, per questo motivo, diventa più prevedibile e che deve, necessariamente, affidarsi all’estro dei singoli sui quali poggiare la giocata. Senza, infatti, una costruzione armonica e rapida che parte dal basso, diventa estremamente complesso evitare la pressione avversaria: anche se il pallone arriva nella trequarti, la difesa ha avuto modo e tempo di riposizionarsi con il supporto della mediana e degli esterni offensivi. Ora che Hamsik non c’è, si avverte la sua assenza, anche sotto il profilo tattico. Ancelotti non se l’è sentita di incatenarsi, come invece ha promesso farà in estate in caso di partenza di qualche big, per trattenere Marek Hamsik. Però, forse, avrebbe dovuto farlo: perché tra i motivi del calo del rendimento del gioco azzurro c’è proprio la partenza di Marekiaro. Senza Hamsik, il Napoli in campionato ha vinto solo 4 volte in 10 partite. L’ultima sua gara, il 2 febbraio con la Sampdoria. Hamsik lì in Cina non sta facendo faville: il suo Dalian sta arrancando in fondo alla classifica anche se il suo ambientamento nel campionato della Grande Muraglia procede speditamente. Il punto è che in entrambi i casi il Napoli non poteva fare molto: Albiol ha avuto il fato contro, Hamsik aveva deciso da tempo che era arrivato al capolinea. Peccato che chi doveva prendere il loro posto non è stato all’altezza. In vista del prossimo anno, una risposta importante; ma tenendo conto che c’è ancora un traguardo importante, la situazione non è confortante. Albiol lo sa e deve correre velocemente verso il ritorno in campo. Con lui, la pelle del Napoli può davvero cambiare. Ed è quello che serve.
From: Il Mattino.