Era il 1 ottobre del 2013. Una data che in tanti hanno provato a
dimenticare. Forse anche quelli che erano in campo, ma solo
perché quella è stata una partita brutta per il
Napoli. Anzi bruttissima. Sì, perché l’Arsenal ci
mise pochissimo ad affondare la nave che Benitez voleva far uscire
indenne dall’Emirates. «Ma finì male: 2-0 per
loro». Racconta ancora con un pizzico di amarezza Blerim
Dzemaili. Lui era in panchina, ma seguiva con attenzione il lavoro
dei compagni. «Furono più bravi sia fisicamente che
mentalmente, ci misero sotto subito». Anche perché
agli azzurri mancava la punta. «Higuain non c’era e senza
il nostro punto di riferimento in attacco facemmo molta fatica ad
essere pericolosi». Per Dzemaili fu altrettanto amara la gara
di ritorno. «Fu bellissima anche se la vittoria non ci
bastò e uscimmo per la differenza reti. Un grosso rimpianto.
Benitez mi diede fiducia, giocavo con Behrami davanti alla difesa.
Segnammo l’1-0, poi loro rimasero in 10 e trovammo anche il
raddoppio nel recupero, ci voleva un altro gol ma era troppo tardi.
Ricordo che lasciammo la Champions a testa altissima».
LA PUNTA
Goran Pandev, invece, all’Emirates era in campo
dall’inizio. «Giocammo male. Prendemmo gol quasi subito e
non riuscimmo a entrare mai nel vivo del gioco». Un incubo,
più che un ricordo. Ma d’altra parte quella partita
resta uno dei buchi neri dell’avventura in Champions del Napoli
di Benitez. «Entrammo in campo molli. Non avevamo ancora
perso una partita e forse il nostro atteggiamento all’Emirates
fu sbagliato. Tutto qui». L’attacco era tutto sulle sue
spalle, visto che non c’era Higuain. «Ora sarebbe facile
dire che ci è mancato il Pipita, in realtà abbiamo
sofferto quel loro tipo di calcio. Il loro ritmo infernale. Cosa
che invece abbiamo saputo ribaltare nella partita di ritorno, che
per me resta un ricordo stupendo». È da lì che
Pandev augura il meglio al Napoli in vista della gara di
giovedì sera a Londra. «Della partita di ritorno al
San Paolo conservo ricordi molto belli. Abbiamo giocato bene,
davanti a un pubblico stupendo, anche se la delusione fu davvero
profonda. Nonostante la bella vittoria 2-0 non siamo riusciti a
passare il turno per la differenza reti di un gol con il
Dortmund». Ricordi di un’avventura particolare anche dal
punto di vista umano. «Eravamo una grande squadra inserita in
un girone di ferro. Peccato davvero, quel girone di Champions
League resta ancora una ferita aperta».
From: Il Mattino.