Vent’anni di carriera in panchina non bastano perché il calcio sa sempre come regalare nuove sfide. Sembra saperlo anche Carlo Ancelotti, atteso a ventiquattro ore di passione prima di ritrovarsi al San Paolo per quella che sarà la partita-bivio di questa stagione: da una parte l’eliminazione contro un Arsenal che sette giorni prima ha imposto la sua legge ad Emirates, dall’altra un’impresa che avrebbe del clamoroso e che scriverebbe una pagina importante nel libro della storia del club azzurro.
Una sfida nuova per Carletto, perché se il Napoli e i napoletani hanno già vissuto situazioni simili in passato – in tanti, negli ultimi giorni, hanno ricordato il famoso 3-0 con cui la squadra di Bianchi riuscì a ribaltare proprio in Coppa UEFA la Juventus al San Paolo dopo la sconfitta per 2-0 a Torino nel 1989 – l’ex allenatore di Milan, Real Madrid, Psg, Chelsea e Bayern Monaco non ha mai affrontato una situazione come quella che si presenterà a Fuorigrotta domani sera. Mai, infatti, nelle Coppe europee le squadre di Ancelotti si sono ritrovate a dover rimontare un passivo simile nella gara di ritorno e davanti al proprio pubblico.
Di sconfitte con rimonta, ovviamente, ce ne sono nei ricordi di Carletto. Nella stagione di Champions League 2006-07, ad esempio, il suo Milan regolò con un secco 3-0 al ritorno il Manchester United dopo aver perso 3-2 ad Old Trafford nella gara di andata. O, ancora, in Coppa UEFA nel 2001-02, sempre coi rossoneri, la squadra di Carletto si ritrovò sconfitta nell’andata contro l’Hapoel Tel Aviv all’andata dei quarti di finale per 1-0 e fu capace di rimontare e passare il turno nella partita successiva con un 2-0 a Milano che evitò qualsiasi problema.
L’unica occasione in cui un 2-0 ha messo in difficoltà Ancelotti è arrivata nella sua breve permanenza spagnola. Nella stagione 2014-15, infatti, quella successiva alla vittoria della “Decima” con il Real Madrid, i blancos di Re Carlo si ritrovarono sotto 2-0 in Copa del Rey nell’andata degli ottavi di finale. E nel derby cittadino del ritorno il Real non seppe ribaltare la situazione: al Bernabeu finì 2-2, un pareggio che ovviamente qualificò i Colchoneros e mise fine all’avventura dell’allenatore italiano sulla panchina dei galacticos.
Per trovare una rimonta da sogno dopo un 2-0 passivo dell’andata, Ancelotti deve scavare nei cassetti dalla memoria e tornare a quando indossava gli scarpini prima ancora della giacca da allenatore. Era il 1983-84, Carletto giocava nella Roma di Liedholm e in semifinale dell’allora Coppa Campioni i giallorossi persero con quel risultato l’andata in casa degli scozzesi del Dundee United. Al ritorno all’Olimpico la bolgia della Capitale segnò una rimonta incredibile, un 3-0 che ancora tutti ricordano e che portò la Roma in finale, poi persa contro il Liverpool. Ancelotti, però, quel doppio turno poi vincente dovette vederlo dalle tribune: un infortunio al ginocchio sinistro, infatti, non gli aveva permesso di chiudere in campo l’annata, uno dei rimorsi peggiori della sua carriera da calciatore magari da provare a riscrivere ora che gli scarpini non li indossa più.
From: Il Mattino.