Napoli, De Laurentiis: “James e Manolas? Dipende dal gioco di Ancelotti”


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Il presidente degli azzurri ha parlato a Radio Kiss Kiss: “Prenderemo i giocatori giusti”. La nuova maglia? “Io e i miei figli abbiamo sempre cercato di idearne di innovative”. Cessione Albiol? “Abbiamo potuto cederlo perché l’anno scorso abbiamo fatto crescere Chiriches e Maksimovic accanto a Koulibaly”

ISCHIA - Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto ai microfoni di Radio Goal, programma radiofonico in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss, dove ha parlato di mercato, della nuova maglia e di tanto altro ancora. A proposito della nuova divisa ufficiale per la prossima stagione, De Laurentiis è chiaro: “Io e i miei figli Edoardo e Luigi abbiamo sempre cercato di ideare maglie innovativie. Abbiamo inventato la mimetica ed altre cose che poi sono state seguite anche nel campo della moda. Quando si inventano cose innovative, non sempre si trovano le persone pronte ad abbaracciarle. Il nuovo spaventa sempre un po’. I nostri tifosi però si sono estremamente evoluti, anche grazie al web e alla connessione che c’è nel mondo. Ora ci sono anche i tifosi del Napoli che vivono in Canada o negli USA tramite Amazon, su cui c’è stato un boom. Questi tifosi sono sempre di origini napoletane, portano sempre l’identità nel cuore. Il calcio è quella panacea che gli permette di convivere in luoghi complicati. C’è questo attaccamento alla maglia e questa capacità di esprimere la loro convinzione circa la maglia, noi cerchiamo di seguire anche quello che dicono”.

Il San Paolo ospiterà le Universiadi dal 3 al 14 luglio e per l’occasione è stato rivisto il look dell’impianto istallando nuovi seggiolini e maxischermi. Il numero uno dei partenopei, a tal proposito commenta: “Finite le Universiadi, ci saranno altri lavori per sistemare una parte nel ventre del San Paolo che oggi non si vede. Uno stadio vive di tanti punti nevralgici che lo compongono, che non si vedono in tv. E in questo senso noi staremo molto attenti e ci lavoreremo”. Sull’addio di Albiol, invece: “Abbiamo accettato la sua richiesta perché glielo dovevamo, non possiamo sempre dire di no. Negli ultimi due anni voleva andare via, ma l’abbiamo convinto a restare, adesso non potevamo. Sono contento del suo ritorno in patria. Abbiamo potuto cederlo perché l’anno scorso abbiamo fatto crescere Chiriches e Maksimovic accanto a Koulibaly, quindi staremmo a posto”.

De Laurentiis ha anche parlato di mercato e su Manolas e James Rodriguez chiarisce: “Stiamo giocando su più tavoli per capire qual è il più giusto. on l’arrivo di Conte e con l’arrivo di Sarri, noi dobbiamo approfondire con Ancelotti, che è un maestro, che tipo di gioco fare. Perché ha ragione Arrigo Sacchi quando inneggia al gioco di Sarri che è un gioco stretto, che ti diverte, però bisogna secondo me capire che uno deve formare una squadra capace di giocare in tanti modi diversi. Gli avversari non sempre ti permettono di giocare il tuo gioco, anche se lo fa alla perfezione, come ha fatto Sarri al Napoli. Anche lo stesso Sarri in Inghilterra si è trovato in difficoltà perché i calciatori non erano abituati. Ha ragione Ancelotti quando dice che il modulo è una cosa che esiste, ma fino ad un certo punto. Sacchi è diventato un opinion leader, un universitario. Ci stimiamo, è un grande amico e gli dico che purtroppo non ci sono delle regole fisse che funzionano sempre ovunque e comunque e bisogna avere l’intelligenza e l’umiltà di rimettersi in gioco continuamente. Chi pensa che perdere una partita sia una sconfitta sbaglia, perché perdendo si capisce come vanno le cose. Sarebbe anche noioso”.

Su Dimaro: “A Dimaro inventiamo qualcosa non sul Napoli, ma sul calcio in generale. Possiamo coniare anche il nome: ‘Il Calcio che Vorrei’. Io vorrei che il calcio in Italia e in Europa cambiasse. A Dimaro ci sarà un bel villaggio e delle partite incredibili. Probabilmente ci incontreremo con una squadra di B o di C. Quanto mi dispiace che certe tifoserie si siano contrapposte, altrimenti avremmo avuto maggiore possibilità di allargarci. Noi abbiamo una grande ricchezza in Italia che è il campanilismo, e non ci deve contrapporre. Tutti insieme formiamo l’Italia, non dobbiamo dimenticarlo”.

From: Corriere Dello Sport.

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