Sembrava la fine del mondo quando, una alla volta, come nei “Dieci Piccoli indiani” Ospina, Mertens, Insigne, Koulibaly, Ghoulam e prima ancora Manolas cadevano sotto i colpi delle scelte e le strategie di De Laurentiis. Un nuovo inizio per il Napoli, un altro inizio per quelli che sono andati via. Non proprio degli inizi esaltanti, a dire il vero. Ecco, sembrava una specie di fine del mondo calcistico, ribellioni social, raccolta di firme, promesse di disamore eterno. In effetti, quelli della vecchia guardia sono stati una specie di sigla di garanzia, quasi una società per azioni, più che altro per distruggere le squadre avversarie. Un distacco doloroso, in pratica la chiusura di un’epoca. Ma per molti, anche una caduta nell’oblio.
Prendete, per esempio, Ospina: ha deciso che non c’erano condizioni per aprire a un rinnovo al ribasso con il Napoli, ha puntato i piedi e alla fine, adesso, è finito all’Al Nassr. Per carità, Riad è la nuova Eldorado del calcio moderno, ma il campionato saudita è fuori dai radar pure in Asia. Ma lui ha deciso di chiudere così la sua carriera, puntando alla serenità e mettendo da parte lo stress. E Manolas? Venne accolto a dicembre all’Olimpiakos come un eroe greco di ritorno da una missione divina: 14 presenze e ora la firma per lo Sharjah Cultural e il campionato degli Emirati Arabi che lo attende.
La fine di un’epoca, gli addii di Ghoulam, Insigne e Mertens. Ma nessuno dei tre è riuscito a trovare una soluzione degna del blasone che li ha accompagnati in questi anni napoletani. Ghoulam è senza squadra, ha sfiorato la Lazio di Sarri, potrebbe andare al Benevento di Fabio Cannavaro. Intanto, accarezza pure il triste pensiero di mollare e di ritirarsi. Mertens, il re dei gol in maglia azzurra, che ha naturalmente avuto la forza di dire di no pure alla Juventus dopo la richiesta da 8 milioni di euro al Napoli per restare un altro anno (la famosa mail di inizio giugno), alla fine ha trovato casa nel glorioso Galatasary. Ma adesso, dopo sei partite, le ultime quattro da titolare, non ha ancora trovato il gol nel campionato turco in cui sta cercando di ambientarsi. Il legame con il Napoli resta indissolubile, ma ora serve un altro feeling, quello con il club per cui ha firmato due anni di contratto. Non è sul viale del tramonto ma anche la scelta di Lorenzo Insigne di firmare a 31 anni con il Toronto sembra una soluzione da stella cadente. Ovvio, l’ingaggio dice che non è così. E anche il suo rendimento (6 gol in 10 partite). Ma è il club che ha scelto, il Toronto, che ha confermato le perplessità di questo inverno: nonostante i tanti acquisti italiani, resta tra le franchigie peggiori della Mls, tant’è che attualmente è penultimo in classifica (lì non ci sono retrocessioni quindi non è un dramma).
Poi, ci sono i due che il salto in alto lo hanno fatto. Eccome se lo hanno fatto. Koulibaly è finito al Chelsea e Fabian Ruiz al Psg. Chapeau. KK è titolare a Londra e ha avuto solo uno sbandamento quando ha rimediato un rosso con il Leeds. Ma alla fine è sempre stato titolare. Anche se i Blues hanno già cambiato allenatore con l’esonero di Tuchel per via dei risultati assai deludenti in questo avvio di Premier League. Insomma, per Kalidou non proprio un ambiente da sogno. E Fabian Ruiz ha giocato titolare solo una volta con i parigini, contro il Lione.