Dries Mertens ha confermato tutto il suo amore per Napoli e la casa di Palazzo Donn’Anna che non ha voluto lasciare anche se adesso si è trasferito in Turchia per indossare la maglia del Galatasaray intervenendo alla premiazione del San Gennaro World, organizzata da Gianni Simioli. È un amore sincero, costruito in nove anni di lavoro e di successi, soprattutto di grande e reciproco affetto con la tifoseria del Napoli. Peccato che non vi sia stata la possibilità di salutare il popolo azzurro, come fece Insigne e come Dries avrebbe certamente meritato.
Affiora nelle interviste di Mertens già la nostalgia per Napoli. «La più bella città del mondo», l’ha definita. «La città in cui torneremo a vivere», hanno detto lui e la moglie Kat. Città da cui il belga ha avuto e a cui ha dato. Era questo il luogo dove completare il suo percorso professionale, chiudendo qui la carriera da calciatore prima di intraprenderne un’altra, da dirigente o allenatore. C’è da chiedersi perché Dries ai primi di giugno abbia fatto spedire dal suo legale una mail a De Laurentiis chiedendo uno stipendio da 4 milioni netti. A 35 anni e peraltro conoscendo la linea del rigore necessariamente da seguire da parte della società. Avesse fatto una richiesta più ragionevole, sarebbe stata probabilmente accettata. E invece no. E questo ”particolare” della trattativa Mertens non lo ha finora chiarito.
Peccato. Ma l’amore resta. Quello dei tifosi verso Dries e di Dries verso i napoltani e verso chi oggi indossa la maglia azzurra, come il suo pupillo Giacomino Jack Raspadori.