In 8 giorni il Napoli ha segnato tredici gol tra campionato e Champions. Strapazzando la Cremonese dopo aver subito in modo fortuito il pareggio, gli azzurri si sono issati da soli al primo posto in classifica perché la bella Udinese costruita da Marino (ex ds del Napoli) e Carnevale (ex partner di Maradona) ha fermato la corsa dell’Atalanta. Un primo importante allungo. Spalletti può guardare, con legittimo orgoglio, tutti dall’alto in basso. Tra due giorni, poi, potrà centrare l’obiettivo della qualificazione Champions: basta un punto con l’Ajax, tuttavia lui ne cercherà 3 – è questa la sua filosofia – anche per firmare la serie di quattro successivi successi nella Coppa, mai realizzati dal Napoli nella sua storia.
Quanto il Napoli aveva sprecato nella prima ora di gioco – a inizio ripresa due palle gol per Raspadori e Anguissa, poco prima che la Cremonese pareggiasse – è stato recuperato nel finale grazie al magnifico gol di Simeone testa d’oro (e che assist da Mario Rui), che meriterebbe di essere preso in considerazione dal ct Scaloni per le convocazione della Seleccion ai Mondiali, e a quelli di Lozano e Olivera, il messicano e l’uruguaiano che si aggiungono alla lunga lista dei marcatori azzurri. Sono 14 nelle due competizioni e questo conferma la coralità del gioco del Napoli, oltre che della capacità di Spalletti di farsi seguire dai suoi uomini. Martedì sera, sforzandosi di contenere la gioia per i sei gol all’Ajax, il tecnico aveva sottolineato che Kvaratskhelia aveva chiesto scusa ai compagni per due passaggi non effettuati. Il georgiano, che si è procurato 3 dei 4 rigori del Napoli, ha offerto il pallone a Lozano, a segno come altri due compagni partiti dalla panchina, il Cholito (suo il gol numero 3500 degli azzurri in A) e Olivera. Una macchina-gol, con movimenti che sono migliorati quando Spalletti ha inserito forze fresche: potenza dei 5 cambi, preferiti dal tecnico al turnover dal 1’.
Non è un momento perché un momento non dura quasi due mesi, non è segnato da nove vittorie e 35 gol, non mette una squadra davanti a tutte le altre (clamoroso il +10 sulla Juve). È invece l’inizio di una bellissima storia da condividere con una città che sostiene i suoi Eroi, da Spalletti a chi conquista, di partita in partita, un posto al sole. Politano è tra questi. Lui, che segna i rigori con chirurgica precisione e mai si risparmia sulla fascia, ha spiegato con chiarezza qual è il meccanismo che è scattato fin dall’estate nella testa di chi è rimasto (e lui stava per cambiare squadra prima di un colloquio con Spalletti): «In ritiro si parlava poco di noi perché c’è stata la rivoluzione del mercato ma noi abbiamo formato un grande gruppo». Ecco il segreto che va oltre il 4-3-3, alternato ieri al 4-2-3-1, e alla potenza dei bomber: è l’orgoglio che nessun difensore può fermare.