Giovanni Simeone detto il Cholito ha un grande sogno, oltre a quello che sta costruendo partita dopo partita, gol dopo gol, di diventare un idolo della folla napoletana: partecipare al Mondiale, il prossimo, quello che tra poco più di un mese (21 novembre) inizierà in Qatar. Lo dice nelle interviste in cui emerge la sua forte personalità, come in quella rilasciata durante la sosta dei campionati a Pino Taormina per Il Mattino. Per ora, il ct Scaloni non lo considera nel progetto. Ma il Cholito non deve mollare, così come gli ha insegnato suo padre Diego, cresciuto alla scuola di Maradona e capitano della Seleccion che partecipò ai Mondiali del ’98.
Simeone non indossa la maglia della Albiceleste da 4 anni. Sulla spinta dei gol segnati in serie A con Genoa e Fiorentina (e chi dimentica quella tripletta del 29 aprile 2018 che spense i sogni scudetto del Napoli e di Sarri?) il ct Scaloni gli aveva offerto questa chance. Debutto nell’amichevole contro il Guatemala a Los Angeles il 7 settembre 2018 e gol. Poi altre quattro apparizioni, sempre in amichevoli, e niente reti. Eppure, nel 2015 il Cholito era stato protagonista del Campionato sudamericano under 20: fu il capocannoniere (9 reti) del torneo perso dall’Argentina nella finale contro l’Uruguay.
Le porte della Seleccion potrebbero riaprirsi in queste ore grazie a gol e prestazioni col Napoli e anche perché Dybala, che si è infortunato in Roma-Lecce, non offrirerebbe garanzie totali sul piano fisico al ct Scaloni, che dopo aver vinto la Copa America 2021 punta al terzo titolo mondiale, dopo quelli di Menotti nell’82 e di Bilardo (e Maradona) nell’86. Ma il Cholito non vive con particolari ansie l’attesa della lista dei 26 convocati. Costruisce con calma i suoi sogni, sempre convinto di riuscire a realizzarli: è la sua forza.