Osimhen, tutta un’altra storia: maturato dopo la nascita della figlia


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Nell’ultimo mese più di un tifoso ha pensato di poterne fare a meno: Raspadori gioca e segna, Simeone lo completa con una media gol invidiabile. Forse qualcuno aveva dimenticato troppo in fretta quel ciclone con la 9 sulle spalle e la voglia di mangiarsi il mondo: ma Victor Osimhen ci ha messo 85 minuti, meno di una partita, a farsi ricordare. Con l’Ajax è tornato al gol in Champions, con il Bologna è entrato e ha stravolto la gara, propiziando il secondo gol e siglando il terzo, certificando quell’intesa già cresciuta con il compagno Kvaratskhelia, che abbraccia dopo aver tolto la maschera da Batman come fosse il suo nuovo Robin. Due reti in due serate magiche, due lampi che hanno allontanato anche i fantasmi dell’ultimo mese in infermeria. 

Sono troppi i momenti lontano dal campo che ha dovuto assorbire il nigeriano in tre anni di Napoli. Con l’ultimo infortunio ha messo insieme 200 giorni da infortunato negli 807 che ha già vissuto da quando è arrivato in città: in pratica, un quarto del tempo in azzurro l’ha passato in infermeria. Con il Liverpool a settembre aveva forzato la mano, stavolta però si è concesso il tempo ideale: merito delle due alternative, certo, ma anche di una nuova serenità. Niente più social per Victor, che ai fan ora scrive con il contagocce, e soprattutto una intimità privata che va dalla vita fuori dal campo fino all’arrivo della prima figlia. È un Osimhen padre fuori dagli schemi, che sa gestirsi al meglio lontano dai riflettori e che ha voglia di dimostrare le gerarchie anche ai nuovi compagni, che ha aiutato a entrare nel gruppo azzurro come fosse un veterano. Ma di 23 anni. 

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Per la prima volta da quando è a Napoli vive anche concorrenza: Raspadori e Simeone sono entrati nel mondo azzurro di prepotenza e con tanti gol, con caratteristiche diverse dalle sue per poter alimentare i dubbi di Spalletti. Il toscano ama il gioco che il Napoli mette in mostra con l’ex attaccante del Sassuolo: niente punti di riferimento, scambi veloci e precisi fin dentro l’area avversaria, una qualità infinità che soprattutto in Europa ti permette di avere la giusta supremazia. Il ciclone Victor, però, cambia tutte le carte in tavola e lui lo sa benissimo: è ancora un po’ capoccione – come Spalletti lo ha definito – ma il suo istinto prevale sulla logica ed è questa forse l’arma migliore. Che il Napoli sa sfruttare perfettamente: i lanci lunghi di Meret diventano un’azione offensiva, le palle perse sono palle gol (citofonare Blind), le zone morte del campo sono il suo campo di battaglia. Sembra un leone in gabbia ogni volta, ma quella gabbia sa aprirla quasi sempre gettandosi sugli avversari. Ha segnato già 4 gol (uno ogni 137 minuti) pur restando fuori un mese. Il mondo del Napoli, insomma, è coperto per il 70% d’acqua e per tutto il resto da Osimhen, con quella fame di chi sembra giocare sempre la partita più importante della sua carriera che fa innamorare anche i tifosi. 

 

La città adora Victor perché sembra uno di loro. Venuto dal nulla e con la voglia solo di essere felice. Lontano da lustrini e fama, lontano persino da quei rumors di mercato che non ha mai voluto commentare. Che siano già arrivate richieste di informazioni a Napoli per lui, è noto, ma è nota anche la voglia di godersi una stagione da protagonista a Napoli, come chiarito dal suo agente Calenda a Radio Kiss Kiss: «Parlo poche volte, ma sono stato chiaro questa estate: Victor vuole continuare in azzurro e giocare la Champions League con questa maglia. Ha un contratto lungo con il club, so che il mercato è dinamico, ma la volontà di tutte le parti è continuare sperando sempre in ottimi risultati». Nessuna chiacchiera, dunque, almeno fino alla prossima estate. 

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/osimhen_figlia_ultime_notizie_oggi_napoli-6995989.html

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