Napoli, col Liverpool così non fa male: gli azzurri meritano solo applausi


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È andata come nessuno avrebbe immaginato a fine agosto, quando furono estratte le squadre che gli azzurri avrebbero affrontato nel girone Champions: primo il Napoli e secondo (per differenza reti) il Liverpool vice campione d’Europa. È la prima medaglia che Spalletti può appuntare sul proprio orgoglioso petto.


Meritano applausi questi ragazzi per aver ribaltato in così poco tempo le gerarchie in Italia e in Europa. Con la sconfitta subita nelle ultime battute (la prima stagionale, assolutamente indolore) si è interrotta la serie di vittorie consecutive – 13 tra campionato e coppa – ma si è vista una nuova prova di grande personalità degli uomini di Spalletti a Liverpool, contro un avversario che non ha lo smalto e la forza di un tempo e che ha affrontato con grande rispetto l’avversario che lo aveva umiliato nella partita al Maradona. E il timore nei confronti di questa nuova stella d’Europa si è compreso quando, dopo interminabili minuti, l’arbitro Stieler ha annullato la rete di Ostigard (peccato per il suo minimo fuorigioco: aveva segnato con un potente colpo di testa su perfetta punizione di Kvara) dietro indicazione del Var: un’esplosione di felicità ad Anfield per lo scampato pericolo. Ma la carica dagli spalti non è stata sufficiente per realizzare un’impresa: da un lato il Liverpool non ha avuto l’energia e ha segnato due gol ininfluenti negli ultimi dieci minuti, dall’altro il Napoli ha confermato quanto è solido.

Spalletti ha effettuato un importante cambio a centrocampo, schierando contemporaneamente Anguissa e Ndombele e nel primo tempo hanno patito entrambi. La linea difensiva con gli innesti di Ostigard al fianco di Kim e di Olivera al posto di Rui ha tenuto bene, peraltro il tridente dei Reds è davvero poco pungente. E, quando uno degli uomini è andato al tiro, Meret è stato vigile, anche se ha commesso un errore nell’azione del primo gol. Impossibile pensare già alla vigilia che si potesse concretizzare lo scenario delle 4 reti di scarto che avrebbero consentito a Klopp di soffiare a Spalletti il primo meritatissimo posto. Il Napoli se lo è guadagnato con prove di sacrificio e classe, raccogliendo 15 punti con 20 reti. Non vi è stato in questa prima fase della Champions, così come in campionato, l’uomo decisivo. Lo sono un po’ tutti, da Osimhen a Kvara a Ostigard e Olivera. Spalletti riesce a tenere i suoi uomini – esclusi quelli che hanno bisogno di un rodaggio dopo gli infortuni – sullo stesso livello di condizione fisica e mentale, sempre pronti all’uso. C’è una fortissima motivazione, anche in chi gioca venti minuti. Il concetto di Squadra sviluppato nel miglior modo possibile.

Forte dei successi conquistati sui campi tre concorrenti per la Champions (Lazio, Milan e Roma), il Napoli si presenta sabato a Bergamo per affrontare la più vicina tra le inseguitrici: l’Atalanta, trascinata dal nigeriano Lookman, è a cinque punti. L’undicesima vittoria in campionato consentirebbe un significativo allungo: rafforzerebbe la leadership degli azzurri e creerebbe ulteriori ansie in chi dovrà provare a frenare questa straordinaria marcia nella stagione più anomala che si ricordi (lockdown di due anni fa a parte) perché sono imprevedibili gli effetti dei 55 giorni di stop per i Mondiali. Per eliminare l’effetto Champions – l’Atalanta non partecipa alle coppe – Spalletti effettuerà una rotazione, come sempre moderata. Si può immaginare l’impiego di Juan Jesus, Rui e Zielinski così come qualche variazione nel tridente.

Luciano affronta un altro capitano di lungo corso: anche per Gasperini c’è la soddisfazione di vedere momentaneamente alle proprie spalle squadre che hanno goduto di ampio credito in estate, salvo poi vivere una serie di delusioni.
Ci sono club che hanno già cominciato a pianificare il futuro. Il Milan campione d’Italia, ad esempio, ha sancito l’accordo con Pioli fino al ‘25. Aveva il contratto in scadenza nel giugno ‘23, come Spalletti, che alla questione sembra non attribuire un particolare peso. «Alla mia età i contratti si fanno annuali», ha detto quando è stato interrogato sull’argomento. Ma ovviamente non è così e i primi a saperlo sono De Laurentiis, il suo staff e Spalletti. I progetti si studiano e sviluppano nel tempo e non c’è dubbio su chi debba portare avanti quello del Napoli, così bello e vincente, costruito con saggezza e conoscenza della materia.

From: https://www.ilmattino.it/pay/edicola/napoli_liverpool_punto_francesco_de_luca-7026106.html

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