Calcio Balilla, a Napoli il mondo ​per le qualificazioni ai mondiali


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Non tutti hanno la tecnica di Hamsik o la capacità di dribbling di Insigne, e allora in tanti si dilettano nel calcio balilla. Meno dispendioso a livello energetico per chi lo pratica, ma oggi è diventato una vera e propria disciplina sportiva: anche lì c’è bisogno di tanta tecnica per competere ad alti livelli. E proprio nei prossimi giorni Napoli ospiterà il World Series Calcio Balilla 2018: centinaia di atleti provenienti da tutto il mondo si sfideranno per le qualificazioni ai mondiali e dal 1 al 4 novembre il centro commerciale Medì si tramuterà nella sede del torneo.

Diverse categorie per ogni specialità, dai più giovani agli anziani, ma anche donne e disabili possono praticare questo sport: la sua forza infatti e proprio l’inclusione, il riuscire a coinvolgere tutti gli appassionati senza alcun tipo di barriera. Un modo di socializzare che avvicina i partecipanti ai valori dello sport, al rispetto dell’avversario e delle regole e alla sana competizione. «L’intento di questo sport, così come quello di tutti gli altri, è di abbattere le barriere culturali e promuovere valori che nella società moderna si stanno sempre più perdendo», spiega Nicola Colacicco, presidente della Lega Italiana Calcio Balilla. E aggiunge: «La cosa ancora più speciale è che a questo sport possono accedere tutti: non bisogna avere particolari doti fisiche, ma tecnica che si acquisisce giocando».

Napoli, scelta per ospitare le qualificazioni ai mondiali, in questa occasione svolge un duplice ruolo molto importante: quello di promuovere il gioco all’italiana. «Il Rollerball, ossia il gioco all’italiana, è più veloce rispetto a quello che si gioca negli altri paesi», spiega il responsabile della comunicazione, Francesco Di Somma. «All’estero si simula il calcio con più passaggi ed è più lento. Quello all’italiana invece è più veloce e coinvolgente. D’altronde tutti da bambini ci siamo dilettati nel calcio da tavola: è una passione che ha radici storiche che risalgono al dopoguerra, che questa manifestazione cerca di diffondere e valorizzare».

From: Il Mattino.

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