La vita tutta azzurra di Ferlaino: 50 anni fa acquistava il Napoli


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Corrado Ferlaino, che domani celebra il mezzo secolo azzurro (venne
eletto presidente del Napoli il 18 gennaio del 69), ha vissuto
sulla propria pelle tutte le emozioni e le paure, tutte le vittorie
e le sconfitte di un uomo di calcio. Non s’è fatto
mancare niente, dagli scudetti al crollo in serie B con 14 punti,
dalla gioia che dà il San Paolo pieno al terrore per le
bombe della camorra. Quando era al massimo della gloria, grazie ai
trionfi dell’87 e del 90 e alla Coppa Uefa dell’89, viveva
quasi nascosto e dopo il primo scudetto si trasferì
temporaneamente a Roma: la proverbiale timidezza o forse il
distacco rispetto alla città, quanto mai opportuno qui nei
momenti di fulgore. Non ha avuto paura della bomba fatta esplodere
nell’autunno ’82 davanti al portone del palazzo di via
Crispi, né dei successivi attentati nel giardino della villa
di Corso Vittorio Emanuele. Anzi, in quei giorni si espose. Vi
furono prima i tentativi della camorra (clan Misso) di sottrargli
la squadra, poi le violente contestazioni ultrà per i
cattivi risultati della squadra, coincisi con una lunghissima crisi
finanziaria che aveva portato il club sull’orlo del fallimento.
Lui aveva tenuto in vita il Napoli perché non voleva
rinunciare alla creatura amatissima, peraltro l’aveva trovata
sofferente anche nel 69, quando tirò fuori 295 milioni di
lire in due tranche per rilevare il 51 per cento delle azioni del
Napoli: c’erano cinque stipendi arretrati da pagare ai
calciatori e debiti per 1,2 miliardi. Il giovane ingegnere
rilevò il primo pacchetto di quote dalla vedova
dell’azionista Corcione, facendo indispettire il socio Roberto
Fiore, che tre anni prima aveva portato in azzurro Altafini e
Sivori. «Non ho comprato per un gruppo, ho comprato soltanto
per me», gli disse. Un’altra furbizia l’avrebbe fatta
nell’84 sostituendo presso la portineria della Lega Calcio a
Milano una busta vuota con quella che conteneva il contratto
firmato da Maradona. «Altrimenti non mi avrebbero fatto
tesserare Diego, la scadenza della mezzanotte era abbondantemente
passata».

From: Il Mattino.

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