Cannavaro e i cori razzisti: «Sottovalutai gli insulti, il calcio si fermi»


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C’erano le sue mani, contro il cielo di Berlino, quando la
coppa d’oro brillò. 14 anni fa ormai. Fabio Cannavaro,
figlio di Napoli, il capitano in eterno dell’Italia campione
del mondo, porta la città nel cuore. La sua avventura in
Cina sta per ripartire e i giorni trascorsi a ammirare il Vesuvio e
il Golfo sono già finiti. «Ho visto quello striscione
alla stazione che diceva benvenuti a tutti gli emigranti. Ho
sorriso. Mi sento un emigrante a cui manca da morire la propria
città anche se è una città che lo fa
arrabbiare».

Cannavaro, com’è la serie A vista dalla
Cina?

«Un campionato che ti sorprende. Perché sembrava
davvero che il Napoli e l’Inter potessero bloccare il
carrarmato Juventus. E invece, sembra davvero complicato
costringere i bianconeri a fermarsi. Eppure è un calcio
competitivo, basta vedere di quanta gloria si è ricoperto in
Champions nonostante l’uscita di scena delle squadre di
Ancelotti e Spalletti».

Questo dominio Juve è demerito delle
rivali?

«Macché. Hanno il merito di capire i momenti: hanno
preso Cristiano sapendo che c’era bisogno di una nuova
iniezione di entusiasmo per proseguire questo cammino da
invincibili. Per fermare adesso la Juve, il Napoli deve prendere
solo Messi…».

Nel 2019 il Napoli, dunque, non può vincere lo
scudetto?

«Può vincerlo se la Juve lo regala. Magari succede
qualcosa che adesso si fa fatica a immaginare e gli azzurri devono
essere pronti ad approfittarne».

From: Il Mattino.

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