De Magistris: «Cori a Koulibaly? La partita andava interrotta»


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Il sindaco di Napoli: «Il razzismo nel nostro paese avanza e il compito dello Stado dovrebbe essere quello di arginarlo. Il calcio diventa sempre più avvilente e piegato a certe logiche. Alcuni arbitraggi sono vergognosi»

«Cittadinanza onoraria a Koulibaly? Condivido quello che ha detto Ancelotti, la partita andava assolutamente interrotta come tra l’altro più volte sollecitato». Così il sindaco di Napoli Luigi De Magistris è intervenuto a Radio CRC. «Ho apprezzato tantissimo il tweet di Koulibaly, ieri sera sul tardi, che ho condiviso perché credo che quello sia il messaggio che appartiene anche a me come essere umano, napoletano, italiano e cittadino del mondo. Purtroppo il razzismo nel nostro paese avanza, anziché arretrare. Il compito dello Stato deve essere quello di arginarlo, ma noi abbiamo anche rappresentati del governo che attualmente incitano alla discriminazione razziale, incitano alle divisioni sul colore della pelle e sulle provenienze geografiche. Quando continui a fare così, non ti puoi sorprendere che un rappresentate dello Stato o di qualche istituzione del nostro paese in modo zelante pensa di essere così gradito al potere, perché sappiamo che se avesse interrotto la partita, magari si metteva contro qualche personalità importante». 

Il sindaco ha poi proseguito parlando del senso che dovrebbe avere lo sport in generale: «Deve essere preservato ed esempio di integrazione e uguaglianza al di là del colore della pelle, altrimenti non hanno senso le Olimpiadi, non hanno senso le Universiadi, non ha senso nulla. Sudditanza della classe arbitrale anche verso chi detta le regole politiche? Il calcio è sempre più avvilente da questo punto di vista. Da un lato si è piegati a logiche economiche da troppo tempo, dall’altro gli arbitraggi certe volte sono assolutamente iniqui e vergognosamente inaccettabili. Se adesso non si arriva al punto, come più volte sollecitato, di interrompere una partita, allora davvero vuol dire che non si ha il coraggio di imporre quelle che dovrebbero essere le regole dello sport. Se lo sport deve diventare “vinco a qualsiasi prezzo e a qualsiasi costo”, cioè non ci sono più regole di ingiustizia e imparzialità, non so fino a che punto valga la pena guardare le partite».

From: Corriere Dello Sport.

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