Ghoulam, Mertens e Milik: nel Napoli il trionfo dell’ommità


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Tra i vari auguri che sono soliti scambiarsi i napoletani a Capodanno uno in particolare ben si attaglia a Napoli-Bologna, l’ultima partita dell’anno solare. «Buona fine e buon principio». Per i napoletani veri, infatti, non è tanto importante come si conclude l’anno quanto la circostanza che il modo in cui esso volge al termine porti con sé qualcosa o qualcuno in grado di perpetuare, pure nel nuovo evo, il flusso positivo irradiato a suon di brindisi nel giorno di San Silvestro. E sebbene ieri la partita non sia stata particolarmente brillante, con alcuni azzurri tra cui Verdi, Zielinski, Maksimovic e Meret più immobili dei cartoni della pasta Garofalo a bordocampo, c’è qualcosa nel match col Bologna, oltre alla vittoria, che fa ben sperare in un buon principio. Innanzitutto l’approdo ufficiale di Ghoulam alla stagione dell’ommità. Sempre timido e misurato, ieri si è messo a alluccare come un ossesso dentro al tunnel e dopo aver suonato la carica si è messo a fare riscaldamento con addosso la maglia di Koulibaly. Poi Milik. Al di là della doppietta maturata secondo i ritmi di un napoleonico «due volte nella polvere, due volte sull’altar» il polacco ha dimostrato di aver raggiunto l’età della cazzimma. Prova evidente il tentativo di arrubbarsi il pallone dal portiere mentre questi era distratto a sistemarsi le sopracciglia prima di effettuare il rinvio. Infine Mertens che con l’assist di panza al rivale e la seggiata dedicata a Koulibaly conferma definitivamente la sua napoletanità: non fa niente che abbiamo giocato male, l’importante è che non ci intossichiamo o primm e ll’anno!

From: Il Mattino.

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