Napoli, e adesso scopriamo la maledizione di Santo Stefano


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Dopo Inter Napoli andata in scena ieri sera a San Siro sarà assai difficile continuare a considerare il 26 dicembre come il giorno di Santo Stefano. Checché ne dicano gli storici, i teologi e più in generale quelli che dopo una sconfitta vogliono romper o cazz, per quanto indubbia e indiscutibile sia stata la sofferenza patita dal celebre primo martire della cristianità, è evidente che quella subita ieri dai tifosi del Napoli sia stata di gran lunga superiore. In verità, che sarebbe stata una tortura lunghissima lo si era capito già da subito, non tanto quando nei giorni precedenti si era diffusa la notizia della designazione dell’arbitro Mazzoleni quanto dalla necessità a quanto pare insopprimibile di De Laurentiis di dire peste e corna degli arbitri prima di un match così importante. A confermare le più tetre previsioni, poi, la collocazione di Callejon terzino destro. Che è un po’ come mettere a San Giuseppe nel presepe non nella capanna a vegliare il bambino ma dentro a una capanna a ballare la break dance. Ora, di fronte a segnali come questi è evidente che il tifoso del Napoli era pronto al peggio. E infatti ieri, esattamente come un martire, ha sopportato di tutto: un giropalla lento, un attacco spento, una difesa addormentata e mareggiate di mala ciorta. Unico faro nel buio Koulibaly e infatti nella nebbia la sua luce tanto era forte e accecante per tutti che è proprio a lui che i civilissimi tifosi dell’Inter hanno dedicato per novanta minuti lugubri buu ed insulti razzisti. E dopo un’ora e mezza così, cercando di far leva su tutte le proprie forze per rimanere svegli almeno fino al fischio finale, a due minuti dalla fine i tifosi del Napoli hanno dovuto subire pure il gol dell’Inter. Tanta fatica per nulla. Mannagg!

From: Il Mattino.

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