Napoli-Juventus, la partita dei tifosi: «Vinciamo anche solo per orgoglio»


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Se il calcio non è che la continuazione della politica con
altri mezzi, Napoli-Juventus racconta tutta la storia di questo
tempo: popolo contro élite, gente contro il potere,
cittadini contro il Palazzo, Davide contro Golia, poveri contro
ricchi, Sud contro Nord. «E i Borbone contro i Savoia»,
rincara la dose Giovanni Amodio, mentre tratta sul prezzo per
vendere un cappello a una signora che osserva la sua bancarella di
piazza Dante. «In gara ci sta il riscatto
dell’Unità d’Italia», aggiunge. Inutile dirgli
che sembra un poco esagerato. La grande sfida ha questo di
affascinante: ognuno ci mette quello che gli scoppia nel cuore.
È come una tavola dei colori, l’appuntamento,
l’epica, il Capodanno dei sentimenti.

Non c’è la grande febbre della vigilia, però: i
tredici punti di distanza abbassano la temperatura ma una botta
negli stinchi al potere gliela vorrebbero dare tutti. «Per me
vincere contro la Juventus aggiunge Giovanni, mentre srotola
l’immancabile sciarpa che abbina la squadra di Torino a quella
materia organica che non profuma di buono equivale a un trofeo.
È una cosa da perdenti? Poi vediamo. Io ho pronta una
batteria di fuochi. Metà la sparo stasera, dopo i due gol di
Insigne. L’altra metà la sparo quando l’Atletico
Madrid passerà il turno di Champions». Nella
caffetteria accanto fa capolino il titolare, che si affaccia
furtivo sul marciapiede e lancia uno sguardo. «Eccolo
là», urla Giovanni, «un napoletano
juventino». A questo grido, l’uomo rientra nel suo bar,
poi esce di nuovo con un sorriso. «No, la foto no»,
implora, negando anche il nome. «Qui già è
difficile, poi con la fotografia sul giornale devo solo
chiudere». Ma ci pensa il suo garzone a chiarire lapidario:
«Si piglia scuorno di essere juventino, dovete
capirlo».

From: Il Mattino.

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