Napoli, la difesa è ballerina:troppo turnover e poca intesa


CONDIVIDI/SHARE

image

Se è vero che gli uomini della retroguardia rappresentano le «fondamenta» di una squadra e che le difese meno permeabili sono il segreto del successo (almeno in Italia), il Napoli di Ancelotti deve al più presto trovare equilibri e assetto definitivi anche dinanzi al portiere. Nelle prime dodici gare di campionato l’attuale linea difensiva è fra le tre peggiori nelle ultime tredici stagioni, ovvero da quando il Napoli di De Laurentiis è in serie A: 15 gol subiti, come nella stagione 2014-2015 (la seconda di Benitez) e 2007-2008 (la prima in A con Reja). Peggio ha fatto solo Donadoni: 18 gol incassati in 12 gare nel 2009-2010.

RENDIMENTO IN CRESCITA
Dopo l’inizio di questo campionato ballerino, Ancelotti ha già, peraltro, lavorato per migliorare il rendimento della «terza linea»: il dato di 10 gol subiti nelle prime sei gare (media di 1.6 reti a partita) si è dimezzato a 5 nelle successive sei (0.8 a match). Si sono perfezionati gli equilibri per una fase passiva alla quale, come è noto, partecipa l’intera squadra. Non è un caso che tre dei quattro «clean sheet» realizzati in questo campionato appartengono alla seconda metà delle dodici partite disputate, ovvero con Torino, Verona e Genoa. Di questo passo, tuttavia, la proiezione del gol subiti è di 47-48, più dei 36 incassati al primo anno della gestione Ancelotti, quando il Napoli riuscì a tenere la porta inviolata 14 volte in 38 gare.

RETROGUARDIA SEMPRE DIVERSA
Come per il rendimento dell’intera squadra, l’analisi non può non tenere conto della scarsa continuità nell’utilizzo dei difensori. In dodici gare Ancelotti non ha mai proposto la stessa retroguardia in due gare di seguito e il quartetto più utilizzato, composto da Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly e Mario Rui, ha giocato insieme appena tre volte. Troppo turn over, probabilmente, dettato solo in qualche occasione da squalifiche e infortuni. Dietro Di Lorenzo (a quota 11) la partita l’hanno cominciata tutti i difensori a disposizione – eccetto Tonelli alla spicciolata: Koulibaly 8 volte, Manolas 7, Maksimovic 6, Mario Rui 4, Luperto, Malcuit e Ghoulam 3 e Hysaj 2 volte: curioso è che con l’albanese in campo il Napoli non ha subito reti. Va trovato, dunque, un assetto: basti pensare che la tanto celebrata coppia Manolas-Koulibaly ha giocato insieme solo 4 volte su 12 in serie A (9 le reti subite): troppo poche per giudicare e per trovare l’intesa vincente.

LE DIFESE DEL PASSATO
Nelle precedenti dodici retroguardie, la resa nel primo terzo di campionato è stata eccezionale due volte su tre con Sarri allenatore: appena 8 gol incassati in 12 gare sia nel primo anno che nel campionato dello scudetto sfiorato (2017-2018). Non a caso sono state quelle due le migliori difese in A dell’era De Laurentiis, anche a fine torneo, rispettivamente con 32 e 29 reti incassate. La coppia Albiol-Koulibaly era un muro, Hysaj e Ghoulam i loro alfieri. Strepitosa anche la tenuta della difesa del Napoli 2012-2013 con Mazzarri in panchina: 9 gol subiti in 12 turni, grazie al trio composto da Campagnaro, Cannavaro e Gamberini, con la variante Aronica. Mazzarri trovò l’assetto giusto anche subentrando a Donadoni nell’ottobre del 2009: 13 reti subite in 7 gare dall’ex Ct della Nazionale, appena 5 nelle successive 5 con l’attuale allenatore del Torino in panchina (stagione 2009-2010).

LE PROSPETTIVE
La fase difensiva è, in ogni caso, una questione di equilibri di squadra e non solo di bravura della retroguardia (e del portiere). Diversamente non si spiegherebbe, peraltro, il dato dei 54 gol subiti a fine campionato (peggiore rendimento in A del Napoli di De Laurentiis) nel secondo anno di Benitez (2014-2015), con Albiol-Koulibaly coppia centrale, la stessa che ha poi brillato con Sarri.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/napoli_difesa_ballerina_troppo_turnover-4869602.html
CONDIVIDI/SHARE