Il Napoli, in questi tredici anni, ha recuperato splendore sportivo e stabilità finanziaria, ripartendo all’epoca della serie C da un campo di allenamento dove mancavano addirittura le maglie e i palloni
ROMA – La modernità del Napoli non è legata solo alla bellezza degli schemi di Sarri, celebrata giustamente nei nostri stadi e all’estero, ma anche all’impronta manageriale che il presidente De Laurentiis ha saputo garantire a questo club, ricostruito nel 2004 dalle ceneri di un fallimento. Il Napoli, in questi tredici anni, ha recuperato splendore sportivo e stabilità finanziaria, ripartendo all’epoca della serie C da un campo di allenamento dove mancavano addirittura le maglie e i palloni.
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È proprio il ricordo di quelle difficoltà che aiuta a fotografare ancora meglio, nel giudizio globale dei suoi tifosi, il significato e la dimensione di questa rinascita in grande stile. Una crescita costante che assume anche più valore delle due Coppe Italia e della Supercoppa infilate in bacheca dal 2012. Investimenti massicci e razionalità, programmazione e saggezza, la capacità di spendere con intelligenza e di scoprire in anticipo i talenti. Non c’è mai stata improvvisazione nel Napoli di De Laurentiis: ecco la certezza più concreta per una tifoseria che non ha dimenticato salite e sofferenze. Una società che si è ripresa la vetrina e che insegue adesso lo scudetto, la chiusura perfetta del cerchio. L’idea di poter vincere senza un nuovo Maradona, fino a qualche tempo fa, sembrava un’utopia. Ora il traguardo non è distante, serve solo un altro piccolo sforzo: lo hanno capito De Laurentiis e Sarri, i giocatori e la gente del San Paolo. Il Napoli è pronto a sfidare la Juve potendo contare su una credibilità che gli viene riconosciuta da tutti, certificata anche da una statura internazionale: nella scorsa stagione è riuscito a tenere testa in Champions ai fenomeni del Real Madrid.
From: Corriere Dello Sport.