celebre per la freddezza con cui calcola ogni mossa. Ma stavolta Ancelotti non aveva previsto tutto. E poich non nasconde di iniziare ad avvertire attorno a s (e al suo Napoli) un clima persecutorio, un clima da cui non estraneo il settore arbitrale, ha deciso con De Laurentiis di ricorrere contro la squalifica di una giornata. Il club ci ha messo qualche ora prima di presentare il ricorso, smentendo quello che aveva invece fatto sapere gioved. Ma Carletto ha deciso di andare alla guerra: e quindi stamane, alle ore 11, nella I sezione della corte sportiva di Appello, presieduta Lorenzo Attolico proverà a far sentire la sua voce. Poco importa che dopo poche ore ci sarà l’incontro all’Olimpico, nello stadio dove il giovane Carletto ha mosso i suoi primi passi: vuole esserci e ci sarà. Con una pagina difensiva che ha scritto di suo pugno e che proverà ad allegare e a far leggere. Non sarà semplice riuscirvi: il primo fronte che i legali della società devono superare è quello dell’ammissibilità del ricorso. Ma qui c’è il precedente di Mazzarri che, fermato per una giornata di squalifica, venne difeso dall’avvocato Eduardo Chiacchio che riuscì a chiarire che in merito alle squalifiche degli allenatori vige ancora l’assenza del vincolo consequenziale. Dunque, anche contro il ricorso per un turno è possibile fare appello. Il presidente della Figc fece ricorso, ma venne respinto. Tant’è che anche l’appello per la squalifica di un turno di Tudor venne considerata ammissibile anche se poi respinto ma nel merito.
La difesa, certo, la grande oratoria di Ancelotti ma il tempo è poco: ed è evidente che l’unico elemento che farà fede stamane è il referto dell’arbitro. Pesa anche un aspetto sulla vicenda: l’allontanamento dall’area tecnica che prevede lo stop per un turno. Ma Ancelotti spiegherà che lo ha fatto per dare una mano all’arbitro in quel momento circondato dai calciatori. E che se era a due passi dall’arbitro era solo per riportare la calma. «Non ho fatto nulla da meritare l’espulsione». In ogni caso, le possibilità che il ricorso venga accolto sono basse. Nel club azzurro c’è forte irritazione: ed è probabile che anche Aurelio De Laurentiis sia al fianco di Ancelotti in questa sua battaglia, esattamente come fece il 18 gennaio quando venne discusso il ricorso (respinto) di Koulibaly.
Da quando gli arbitri scendono in campo bardati come Ambra ai tempi di Boncompagni, è cambiato indubbiamente poco in termini di polemiche e accuse. E a poche ore da Roma-Napoli il direttore sportivo Cristiano Giuntoli non fa nulla per gettare acqua sul fuoco. «Siamo arrabbiati perché la decisione è stata presa da Banti e sono anomalie a cui assistiamo ogni domenica per mancanza di personalità dei direttori di gara. Vediamo questo ogni domenica, con guardalinee che non segnalano mai il fuorigioco per non assumersi la responsabilità. Il Napoli merita rispetto. Non ci stiamo, non vogliamo più vedere ogni partita falsata, non ci interessa se a favore o a sfavore. Vogliamo chiarezza. Al Var deve esserci un ente esterno imbottito di calciatori, perché loro conoscono meglio le dinamiche del calcio», lo sfogo del ds che è tra quelli che ha il polso della squadra come pochi.
Come era prevedibile, poiché Rizzoli e Nicchi hanno lasciato intendere che l’arbitraggio di Giacomelli non era affatto negativo (unico errore secondo i vertici arbitrali: non aver visto il fallo in attacco di Llorente), ecco che Banti – sul banco degli imputati del Napoli proprio come l’arbitro di Trieste – domani sarà regolarmente al Var di Lecce-Sassuolo. Non proprio una gara di cartello. Proprio come se nulla fosse. Giacomelli è fermo, non è stato designato neppure come IV uomo al Var o al Avar. Potrebbe essere solo una rotazione. Di sicuro lo stop di questo turno di campionato poteva essere prevedibile dopo il polverone di capire ma per capire se c’è una punizione oppure no bisognerà attendere la prossima giornata. Doveri, che era il quarto uomo al San Paolo, va a dirigere il derby della Mole di questa sera. Insomma, l’impressione è che non ci saranno pugni duri. Anche se l’ideale sarebbe che Giacomelli torni dopo la sosta. Ma con lui anche Banti, uno dei pochi Var di professione, che invece non viene fermato neppure domani. All’Olimpico c’è Rocchi di Firenze (l’arbitro di Juve-Napoli 0-1).
Dopo le polemiche, ecco la versione di Sarri e Conte sulla Var: «Preferisco quando gli arbitri in campo arbitrano», dice Sarri. « Le regole non sono tutte condivisibili, compresa quella sui falli di mani: nonostante mi informi non ho capito niente. La Var non mi piace, era nata per ovviare a errori clamorosi: in Europa se ne fa un uso limitato». E poi, sulla possibilità che la tecnologia venga usata per chiamata, Sarri risponde: «A me un paio di volte a partita non basterebbero, sarei a rischio espulsione». Antonio Conte racconta. «Non capisco perché non venga utilizzata nella stessa maniera da tutti e questo lascia perplessi. Non capisco il metro di giudizio. Se fossi un arbitro, prenderei la decisione, ma dopo mi metterei nelle mani della Var». E conclude: «Magari da allenatore potessimo avere qualcosa che corregge tutte le fesserie che facciamo. L’arbitro è avvantaggiato perché può scendere in campo sereno e prendere la decisione opportuna, sapendo che il Var la può aggiustare».