Come un segno del destino, a quarant’anni dalla prima volta. Settembre 1979, la Roma si presenta alla nuova stagione calcistica con un volto nuovo su cui puntare ad occhi chiusi: si chiama Carlo Ancelotti, è un esordiente in Serie A ma poi la sua carriera la conosceranno tutti tra il giallorosso romanista e il rossonero del Milan con cui vincerà tutto tra campo e panchina. Quarant’anni più tardi la palla passa al figlio Davide, erede di famiglia, secondo allenatore con opportunità uniche che comincerà la sua ancor breve carriera direttamente dal meglio, tra Real Madrid, Paris Saint Germain e poi Bayern Monaco.
Quindi il Napoli, l’entrata in scena sempre più importante, la voce di papà Carlo ad indirizzarlo e la grande occasione regalata dalla Corte federale: dopo i fatti di Napoli-Atalanta, Ancelotti Sr squalificato – anche in appello, la decisione arrivata in mattinata – e Davide pronto a prenderne il posto a tutti gli effetti, in una gara che sa già da dentro o fuori per gli azzurri.
Dall’Olimpico all’Olimpico, dunque, da Roma a Roma, da Carlo a Davide. Quarant’anni e due mesi dopo un altro Ancelotti farà il suo esordio in Serie A, stavolta direttamente in panchina. Gli anni tra Parigi, Madrid e Monaco ora hanno un senso, gli insegnamenti di papà Carlo pure. Stamattina era sorridente il più esperto degli Ancelotti nonostante il responso finale della Corte, il sorriso non dovrà mancare nemmeno sul volto del più giovane Davide, speranzoso di aver già allontanato le scorie di mercoledì.