(Italiano) Francesco De LucaE potrebbe oggi trovarsi a -4 se l’Atalanta facesse punti con


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Sprofondo azzurro. Fallita la missione all’Olimpico, il Napoli cede tre punti alla Roma e scivola a -3 dal quarto posto, ultimo utile per accedere alla Champions League.  E potrebbe oggi trovarsi a -4 se l’Atalanta facesse punti con il Cagliari sul proprio campo.

Non solo. Gli azzurri potrebbero scendere ancor più giù del quinto posto, dipende dai risultati della Lazio e dei sardi. C’è una statistica che dà il senso di quanto sta accadendo nella seconda stagione di Ancelotti: era dal campionato 2011-2012 che il Napoli non aveva 18 punti dopo 11 giornate. Il tecnico era Mazzarri, che riuscì – come probabilmente accadrà con questo allenatore – ad arrivare agli ottavi di Champions League, persi poi contro il Chelsea: la squadra arrivò quinta, fuori dalla competizione europea più prestigiosa. Ed è un rischio che questi azzurri devono scansare perché qualificarsi per la Champions 2020-2021 è una priorità per il club: rappresenta un autofinanziamento, la seconda risorsa per De Laurentiis dopo il contributo dei diritti televisivi.

È stato molto deludente (e preoccupante) l’approccio alla partita del Napoli, seguito in panchina da Davide Ancelotti perché suo padre, come era prevedibile, si è visto respingere dalla Corte di giustizia sportiva il ricorso, presentato soltanto per una questione di principio. Quanto è accaduto mercoledì all’86’ della partita contro l’Atalanta, con un pesante strascico di polemiche, avrebbe dovuto far scatenare la squadra, che è stata invece a lungo passiva, ha concesso a Zaniolo tempo e spazio per portare la Roma in vantaggio e si è scossa soltanto quando Meret – un gigantesco portiere – ha parato il rigore di Kolarov: la dice lunga il fatto che questo ragazzo sia praticamente sempre il migliore in campo. Scampato il pericolo, gli azzurri hanno alzato il ritmo e hanno giocato con maggiore intensità, soprattutto sulla catena sinistra, dove è riapparso dopo un mese Mario Rui. C’è stato un assalto alla porta giallorossa e perfino un doppio legno in cinque secondi (traversa Milik e palo Zielinski: il bilancio è arrivato già a 8). Si ripropone l’imbarazzante rapporto gol/tiri: stavolta 1/12, l’8 per cento. La seconda parte del primo tempo è stata l’unica fase ben giocata, sul livello dei 60-70 minuti visti contro l’Atalanta, poi la Roma ha reagito e ha trovato il vantaggio su rigore, il secondo in una partita, non un dispetto di Rocchi ma la logica conseguenza del tocco col braccio di Mario Rui sul tiro di Pastore. Al miglior arbitro italiano vanno fatti i complimenti per aver interrotto la partita per i cori anti-Napoli. Ha avuto grande personalità anche Dzeko, che ha vissuto sulla propria pelle la discriminazione, invocando l’applauso dello stadio contro quei gruppi che urlavano «Lavali col fuoco».
 

 

Gli Ancelotti hanno operato tre cambi in attacco – Lozano, Llorente e Younes – e il Napoli è riuscito ad accorciare con il quinto gol di Milik in quattro partite, su assist del messicano che ha bruciato l’avversario sullo scatto. Ma poi El Chucky ha tirato fuori il suo egoismo, testardamente ha cercato giocate infelici e l’attacco azzurro si è spento mentre il popolo romanista celebrava l’allenatore Fonseca e la terza vittoria consecutiva, conquistata nonostante sette assenze. Gli Ancelotti avevano presentato la migliore formazione possibile cercando di ripetere la partita d’attacco contro l’Atalanta perché non si poteva fallire questo spareggio-Champions. Restano 27 partite da giocare, tuttavia il Napoli non riesce a spazzare via le nubi che lo accompagnano dall’inizio della stagione. Osservando la zona alta della classifica, in attesa dei confronti con Inter e Lazio, si nota che gli azzurri hanno raccolto solo un punto – ma avrebbero meritato la vittoria mercoledì scorso: sono stati palesemente danneggiati dall’arbitro Giacomelli – con l’Atalanta e hanno perso con Juventus, Roma e Cagliari. L’Olimpico ha confermato un grave difetto di continuità, non solo da una partita all’altra ma anche nell’arco della stessa gara.

Certo, i pali e gli infortuni. Ma la sfortuna non è affatto la chiave per spiegare questa situazione, imprevista a inizio stagione, perché vi sono stati forti investimenti del club. Ancelotti aveva dato un bel 10 al mercato di De Laurentiis e Giuntoli, tuttavia la contemporanea indisponibilità di Ghoulam, Hysaj e Rui aveva recentemente costretto il tecnico a stravolgere l’assetto della difesa, con un riflesso sui risultati: era così difficile non pensare a possibili difficoltà dell’algerino, di fatto fermo dall’1 novembre 2017, e all’opportunità di ingaggiare un altro esterno mancino, per non adattare Hysaj, peraltro rimasto controvoglia e già alla ricerca di una nuova sistemazione? Tra due giorni il Napoli gioca in Champions, quella che è stata finora la sua esaltante dimensione, con 7 punti nei primi tre turni del girone. Se batte il Salisburgo, compie la storica impresa di qualificarsi agli ottavi con due partite di anticipo. Ma Ancelotti sa che è in campionato che la squadra gioca la sua vera (e, almeno al momento, più difficile) partita e adesso deve far pesare la sua esperienza e la sua cultura calcistica. L’onesta ammissione di suo figlio Davide («Sconfitta meritata») e le scuse di capitan Insigne ai tifosi cancellano residui di alibi, come quel richiamo a «un corredo di sorte avversa che si materializza ormai da tempo» che si può leggere sul sito internet del club a commento della terza sconfitta in 11 giornate. Dopo aver raccolto 2 punti nelle ultime tre partite di campionato (e aver fallito lo spareggio Champions all’Olimpico) l’allenatore riorganizzi la squadra sotto l’aspetto del gioco e della personalità: il tempo delle belle intenzioni è finito.

From: https://www.ilmattino.it/sport/sscnapoli/roma_napoli_punto_francesco_de_luca-4837529.html
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