Maksimovic, Mertens, Koulibaly, Younes e pure Allan. Questa è la storia di cinque piccoli indiani. Cinque e non dieci, come quelli di Agatha. Eppure, come gli indiani della filastrocca, i piccoli azzurri sono caduti uno a uno, in un surreale effetto-domino. Una frana, una rotta. Quando a metà dell’allenamento del pomeriggio, anche Allan fa capire di avere un problema muscolare, Gattuso si gira sconfortato verso il fedele vice Gigi Riccio e allarga le braccia. Non avrebbe giocato Allan stasera con la Lazio (e la reazione al momento del cambio di sabato non c’entra nulla), perché Ringhio pensa che quella di Coppa Italia è l’occasione giusta per saggiare le doti sia di Demme che di Lobotka. Ma non così: perché domenica c’è la Juventus e Gattuso sa bene che una vittoria con i bianconeri sarebbe l’occasione più ghiotta per fare pace con la gente di Napoli. C’è la Lazio delle meraviglie che di questi tempi è una parete di settimo grado, inavvicinabile per questo Napoli. Ma chi lo ha detto che sia davvero così? Gattuso ha spiegato che vuole la semifinale di Coppa Italia, che è importante andare avanti in questa competizione. Lo è per ragioni di amor proprio e di autostima. Ieri nessuna altra strigliata, nessuna altra riunione (se non quelle tecniche): i calciatori sono rimasti parcheggiati nelle proprie crisi personali, umane, tecniche, psicologiche.
Gattuso ha tentato ieri di smorzare il clima di tensione. I volti sono cupi, gli sguardi tristi, il clima è quello dei momenti critici. Ci sono tutti, a dormire a Castel Volturno sono rimasti anche gli indisponibili. Nessuna altra arringa del tecnico azzurro: basta caricare la squadra di parole, quello che andava detto è stato detto. «La classifica non esiste, l’Europa League è una chimera: manteniamo i piedi per terra, non pensiamo a quello che eravamo». Serenità va cercando, Gattuso, anche se stasera arrivano la Lazio e Ciro Immobile. Non ci saranno più di 15mila spettatori al San Paolo, d’altronde la Coppa Italia non ha mai infiammato nemmeno nei momenti di gloria, figurarsi adesso. L’aria a Castel Volturno è quella che è: opprimente per non dire livida, popolata di fantasmi non proprio impalpabili. I giorni di Gattuso sono diversi da quelli di Ancelotti: lui è a contatto con la squadra anche 4-5 ore al giorno, ne sente i sospiri, cerca di capire anche i silenzi, si occupa di ogni cosa. In certi momenti, vorrebbe persino che tra di loro fossero più duri, durante il colloquio di domenica notte sperava che i toni si alzassero. Invece no. De Laurentiis, ancora a Roma per i postumi della dura influenza che lo ha messo ko, ieri dopo due giorni di silenzio ha chiamato il suo allenatore. Si è fatto spiegare le sue sensazioni, si è fatto raccontare le spiegazioni che ha ottenuto nelle ore di ritiro con la squadra. E Gattuso ha spiegato le sue preoccupazioni per il passo indietro di sabato. E la fiducia che stasera, con il passaggio alla semifinale, lo scenario possa cambiare. C’è una intesa: dopo la Lazio la squadra potrebbe decidere di restare in ritiro ancora. Anche se dovesse passare il turno. Di sicuro, in caso di eliminazione, sarà ritiro.
Gattuso ha fiducia che le cose possano cambiare: spera di rivedere stasera il Napoli dell’Olimpico. Sono passati appena nove giorni da quel pomeriggio in cui un po’ tutti erano certi di essere usciti dal tunnel. Nelle lunghe sedute video di ieri (un’altra novità rispetto alla gestione Ancelotti) Gattuso ha mostrato non solo le cose negative viste con la Fiorentina: ha voluto anche far rivedere gli aspetti positivi della partita con la Lazio in campionato. Nonostante i risultati, è convinto di avere la squadra al suo fianco: altrimenti, arriverebbero altri segnali durante gli allenamenti. Rino è certo che nessuno si sta allontanando da lui: ieri è rimasto a lungo con il ds Giuntoli e con il vice presidente Edo De Laurentiis a discutere. Contro la Lazio tornano in Curva gli ultrà e questo è un segnale importante che è arrivato alla squadra: la questura non ha fatto concessioni di alcun tipo, nel senso che sarà severa in caso di occupazioni delle vie di fuga, degli scalini e così via. Nel settore ospiti, in arrivo circa 300 tifosi della Lazio. Maradona, dalla sua Argentina, prova a dare la scossa. E sulle sue pagine social il Pibe dedica un messaggio alla sua squadra del cuore: «Cammina con i tuoi piedi. Gioca con l’anima! Forza Napoli sempre».