A poco più di due settimane dal primo preliminare di Champions League – 15 o 16 agosto – c’è ancora totale incertezza sui portieri del Napoli. Eppure, è il ruolo più delicato e, alla luce di quanto disse De Laurentiis tre mesi fa («Ci saranno due giocatori alla pari, poi toccherà all’allenatore decidere»), una scelta doveva essere fatta. Riepiloghiamo. Reina, riconosciuto da Sarri e compagni come leader in campo e nello spogliatoio, ha il contratto in scadenza nel 2018 e chiede un prolungamento che De Laurentiis non è disposto a concedere.
Non è stato acquistato un portiere d’alto livello, come Szczesny (già titolare della Roma per un biennio, passato alla Juve) o Leno (uno dei due vice di Neuer nella Germania campione del mondo), e l’attenzione è stata puntata su Karnezis. Ma c’è un problema anche con il greco, che non vedrebbe l’ora di fare le valigie per trasferirsi da Udine, perché il Napoli vuole effettuare l’operazione con un prestito secco, laddove il club friulano punta alla cessione. E Rulli? Bisogna trattare con il Manchester City e la Real Sociedad, il cui presidente, Aperribay, ha detto ieri: «Mai ricevuta un’offerta dal Napoli». Bluff o realtà questa dichiarazione sul portiere argentino?
Sarri non ha dubbi su Reina, inamovibile titolare nei suoi due anni, anche dopo qualche errore. Ma tutto ciò che sta avvenendo da tre mesi a questa parte rischia di togliere serenità a Pepe, benché sia uomo molto navigato. I tifosi hanno fatto la loro parte. Quelli che sono saliti in Val di Sole nelle tre settimane di ritiro hanno trasmesso il loro sostegno allo spagnolo. Ma non è una questione di cuore: è una valutazione tecnica. De Laurentiis, durante il forum di inizio luglio nella redazione del «Mattino», aveva pubblicamente chiesto al portiere di accettare l’arrivo di un collega più giovane che ne avrebbe raccolto l’eredità tra un anno. Però questa disponibilità non si potrebbe «barattare» con un rinnovo di contratto, se il patron non ritiene di dover confermare un giocatore fino ai 36 o 37 anni. Ecco perché il Napoli deve decidere. Da martedì primo agosto cominceranno i test internazionali, quelli più delicati, in vista dei preliminari Champions. Per evitare di sbagliarli e di essere relegati in Europa League sarà necessaria la massima serenità intorno alla squadra. Sciogliendo questo nodo.
È legittimo che il Napoli guardi al futuro (ma anche al presente) dopo le incertezze manifestate da Reina in alcune partite della scorsa stagione. Fuori discussione la sua leadership, però se è rimasto tra i pali anche in periodi di appannamento è anche perché non vi erano alle sue spalle portieri che offrissero piene garanzie. Rafael, di cui in quattro anni si ricordano il grave infortunio e i rigori parati alla Juve nella Supercoppa 2014, è sull’uscio; Sepe, neanche per un minuto schierato da Sarri, si prepara per il rinnovo di contratto anche perché la sua presenza – è cresciuto nel vivaio azzurro – è necessaria per la composizione della rosa in base alle regole federali. Quella del vice Reina, o del suo alter ego, dev’essere una scelta che rispetti le necessità di Sarri, che chiede uno specialista in grado di giocare con i piedi e collaborare con la collaudata linea difensiva. Ma possono durare così a lungo le valutazioni di proprietà e scouting ?
Non dovrebbe trattarsi di un problema economico perché il Napoli ha i mezzi per effettuare anche un’onerosa operazione, tanto è vero che aveva offerto all’Arsenal più della Juve per il cartellino di Szczesny. Poi la frenata sul polacco, con i bianconeri che hanno chiuso l’acquisto dopo la finale di Champions perché questa è l’ultima stagione di Buffon. E il Napoli? Pepe o non Pepe, quanto durerà ancora questa storia?
From: Il Mattino.