Brivido Champions. La diagnosi ufficiale fa tremare i polsi: lesione parcellare del tendine dell’adduttore lungo sinistro con edema osseo. In pratica, una sorta di doppio accidenti. Ma in realtà il freddo linguaggio medico non deve davvero spaventare: «Siamo ottimisti, Lorenzo non sente dolore. Farà ogni cosa per essere al Camp Nou». Vincenzo Pisacane, l’agente di Insigne regala un sospirone di sollievo e ridimensiona l’infortunio del talento azzurro. Col Barcellona ci sarà. Logiche, in ogni caso, l’angoscia e la preoccupazione, nell’affacciarsi all’ottavo di ritorno: senza Insigne è un Napoli minore per forza. Insomma, regna sovrano l’ottimismo. Per essere più precisi: ci sarà contro Messi se da qui a sabato non ci saranno contrattempi. Nel frattempo, per tre giorni è atteso da un lavoro differenziato che prevede un ritorno nel gruppo per la seduta di venerdì al San Paolo, prima della partenza per Barcellona.
L’ATTESA
Gli esami strutturali dunque hanno scongiurato guai più severi. In realtà era stato quel pianto di Insigne a bordo campo a far temere il peggio. Invece, per fortuna di Gattuso e di tutto il mondo Napoli, non è così: chiaro, bisogna essere prudenti nel recupero di Lorenzo. E i prossimi saranno senza dubbio i suoi giorni. Oggi, domani e magari anche giovedì. Si parlerà di lui, delle sue possibilità di recupero per Barcellona, dell’attesa di una guarigione lampo, dell’angoscia di non potercela fare, dei dubbi su chi far giocare al suo posto e dell’eventuale modulo da adottare in sua assenza. Insigne è stato spesso il genio della lampada, il motore (mobilissimo) della manovra offensiva. Con Ringhio è partito solo due volte dalla panchina: nella gara di andata con l’Inter (0-1) e in quella di Bologna in campionato. La sua assenza sarebbe un bel guaio: Lozano non sta benissimo sotto il profilo della condizione e la vera alternativa sarebbe Elmas che Gattuso vede esattamente come un esterno sinistro, vera alternativa a Insigne.
AL LAVORO
Il club è prudente. Il professor Canonico, il medico della squadra, non ama i voli pindarici. Ha ufficializzato il tipo di infortunio accusato da Lorenzo Insigne nel finale della gara tra Napoli e Lazio, ma non ha voluto specificare l’entità della lesione (pare meno di un millimetro), né la diagnosi sul recupero perché sarà «giorno dopo giorno». In realtà è stata proprio la reazione di Insigne a creare il panico, mentre fin dall’inizio i medici avevano dato margini di recupero. Qui finisce la cronaca dei fatti e inizia la riflessione. Di fatto non è impossibile recuperare in tre giorni da uno leggera – diciamo leggerissima – lesione: ci sono, insomma, un bel po’ di speranze di vederlo in campo in questa straordinaria notte che può far scrivere al Napoli una pagina di storia. Attenzione, in ogni caso, anche al fatto che in questa vicenda ci possa essere un sospetto di vecchia e cara pretattica. Quindi bisogna rassegnarsi a una vigilia densa di dubbi su Insigne. Ma alla fine la sua voglia di Camp Nou avrà la meglio.
A RIPOSO
In ogni caso, la cura migliore è il riposo. Perché tanto sotto il profilo atletico c’è poco da fare in una fase della stagione dove i muscoli hanno solo voglia di relax. In ogni caso, il capitano prenderà parte alle sedute tattiche e video previste in queste ore da Gattuso e preparate dal vice Gigi Riccio. Un altro segnale della sua grande voglia di esserci. D’altronde, quando lui non c’è fa sempre rumore. Come quando Ancelotti lo escluse in maniera clamorosa dalla gara di andata con il Genk. Alla sfida con Messi vorrà esserci costi quel che costi. E ci sarà.