Il magistrato, sostituto procuratore Generale: “Così la Juve avrebbe vinto 11 a 0 e sarebbero stati tutti contenti”
NAPOLI – “Sono molto deluso dall’andamento del calcio in Italia. Juventus–Napoli alimenta questi sentimenti, una brutta pagina del calcio italiano, con i calciatori che si allenavano per una partita che non si sarebbe mai tenuta. Una gestione da parte della Lega e della Figc imbarazzante. Noi che dobbiamo combattere con problemi di varia natura, siamo costretti a vedere queste farse”. Catello Maresca, magistrato, sostituto procuratore Generale presso la Procura di Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Sembra un caso, ma capita sempre con la Juve. La Juve potuto non scendere in campo, abbiamo dato l’immagine che bisogna scendere in campo solo per vincere. L’idea di dover vincere a tutti costi, di non prendere una posizione è triste. Si sarebbe potuto superare il formalismo delle carte bollate. Si perde l’autenticità dello sport e che fa tanti appassionati in tutto il mondo. C’è da sempre, causa esistenza della clausola compromissoria, la sensazione per l’ordinamento sportivo di essere superiore a quello generale, addirittura superando principi come quello della salute pubblica degli stessi calciatori. Fossi nel sindacato calciatori mi ribellerei a questa logica”.
“Intervento Asl di Napoli? I calciatori del Napoli colpiti dall’ordinanza non si potevano assolutamente muovere: la Lega voleva giocare a tutti i costi? De Laurentiis avrebbe fatto bene a mandare la Primavera così la Juve avrebbe vinto 11 a 0 e sarebbero stati tutti contenti. Il protocollo fatto a maggio è superato: se non mettono mano ad una modifica delle condizioni generali salteranno tante partite. Il tempo che stanno prendendo per una soluzione equilibrata è significativo ed un’eventuale decisione di un 3-0 a tavolino farà giurisprudenza. Dalla Costituzione è demandata alle Regioni e quindi alle Asl la gestione della salute pubblica. Non considerare l’autorità delle Asl sarebbe grave, altrimenti si arriverà al Tar ed al Consiglio di Stato che sanciranno principi intangibili e la superiorità del diritto generale sul diritto sportivo. Il rinvio era la soluzione unica. Fermo del calcetto: difficilmente comprensibile se ci sono tutte le tutele del caso”.