Con grande ma non inattesa fatica, considerando l’incerto passo di queste settimane, il Napoli, detentore del trofeo, ha battuto l’Empoli di misura e ha conquistato la qualificazione ai quarti di Coppa Italia. Un’altra deludente prestazione degli azzurri, in crisi di identità, ma come era accaduto a Udine domenica scorsa c’è l’aspetto positivo di avere centrato l’obiettivo. In campionato la rete di Bakayoko era arrivata al 90’, ieri al 77’ è stato Petagna – un attaccante che gioca spalle alla porta e tira pochissimo verso la stessa – ad approfittare della respinta di Ricci e a chiudere questa partita in cui il Napoli ha subito una doppia rimonta dalla capolista di serie B, doppietta dello svizzero-macedone Bajrami, un altro dei talenti forgiati nell’officina toscana.
Il Napoli è irriconoscibile. Ha perso brillantezza, è insicuro, concede spazi agli avversari, come è accaduto anche ieri allo Stadio Maradona contro una squadra di categoria inferiore e peraltro turbata dal caso scoppiato a poche ore dalla partita, con cinque tesserati bloccati dalla Asl in albergo. La difesa alterna gli uomini, a causa degli infortuni (è rientrato Koulibaly ma è uscito Maksimovic), ma ha perso compattezza e subisce gol con estrema facilità: dopo quelli di Bajrami, sono 12 nelle ultime nove partita tra campionato e coppe. È una fase complicata e i risultati possono aiutare Gattuso e il suo gruppo a superarla, dando l’opportunità di lavorare con più tranquillità sui problemi. Sarà importante recuperare tutti gli infortunati: ieri si è rivisto Koulibaly, domenica dovrebbe essere il turno di Mertens perché deve prepararsi per la sfida contro la Juve che vale tra sei giorni l’assegnazione della Supercoppa. Per ora, nessuna indicazione su Osimhen.
Della probabile formazione da presentare nella sfida di Reggio Emilia il tecnico ha presentato nel primo tempo solo tre giocatori: Di Lorenzo, Koulibaly e Lozano. Il terzino e il messicano hanno segnato due gol bellissimi, le perle di questo grigio pomeriggio. Di Lorenzo, che ricordando i trascorsi empolesi ha limitato l’esultanza, ha ricevuto in diretta televisiva i complimenti di Bruno Giordano, il bomber del primo scudetto del Napoli: «Un gol da grandissimo attaccante». Tale è stato quel colpo di testa all’altezza del dischetto di rigore su assist di Lozano, che non ha accusato la minima incertezza passando da destra a sinistra (Insigne ha giocato nella ripresa) e ha colpito al primo errore del suo avversario Zappella. El Chucky è l’unico azzurro a non avere subito appannamenti in queste settimane. Anzi, gioca in assoluta scioltezza, va spesso (e bene) al tiro ed è migliorato nella fase difensiva. Il lavoro di Gattuso – tecnico, tattico e psicologico – è stato notevole: ha rivalutato un capitale.
Petagna – due tiri in porta e un gol – ha evitato che si arrivasse ai supplementari, ulteriore fase di sofferenza. Ha svolto con sacrificio il compito che Gattuso gli ha assegnato dopo gli infortuni di Osimhen e Mertens, ma per le sue caratteristiche non poteva risolvere i problemi offensivi di una squadra che continua a mostrarsi fragile, con sbandamenti ripetuti. Le vittorie raggiunte in extremis tirano un po’ su il morale ma non risolvono i problemi. L’onesto Gattuso ne ha preso atto e infatti ha ammesso l’involuzione subita dopo la sconfitta (immeritata) al Meazza contro l’Inter.
Si è creato un corto circuito ma niente è casuale. La squadra non è più compatta, si allunga e si lascia perforare facilmente. Assenze pesanti hanno peggiorato inevitabilmente il quadro. È fondamentale ritrovare l’equilibrio, se si vuole andare avanti col 4-2-3-1. Per vincere non possono bastare Lozano, Insigne (ma anche contro l’Empoli impreciso sotto porta) e Mertens. Bisogna recuperare la squadra per provare a regalarsi la Supercoppa e conquistare la zona Champions in una stagione complicata per tutti e non solo per ragioni tecniche. Ieri l’ad dell’Inter, Marotta, ha ammesso che il gruppo Suning sta valutando la cessione di quote del club e questo potrebbe cambiare gli scenari.
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