Non entra molta luce nel suo ufficio a Castel Volturno. Rino Gattuso è lì che stringe tra le mani i dati del match analyst e scuote ancora il capo. De Laurentiis non si è sentito: il presidente ha i suoi metodi, perché quando si perde in maniera così umiliante come è successo a Verona preferisce sparire. Anche dopo la Lazio per qualche giorno non si è fatto vivo anche se era presente all’Olimpico. Mentre dopo il ko con la Juventus ha colpito il suo incoraggiamento nello spogliatoio a tutta la squadra e il suo discorso di conforto ai giocatori. Il presidente conosce il proprio carattere e sa che, in certi momenti, quando è avvelenato come lo è in queste ore, può davvero essere capace di scavare un solco profondo, anche nei rapporti. La classifica non fa strappare i capelli perché la zona Champions è ancora lì ma è chiaro passare il turno in Coppa Italia, battere lo Spezia, sarebbe un bel modo per sgombrare le nuvole. Rino rischia? No, per ora proprio no. Ma gli alti e i (troppi) bassi di sicuro non sono graditi al patron. E quindi gli scenari sono mutevoli soprattutto se il quarto posto dovesse allontanarsi. Ma certo Gattuso non molla. È con Gigi Riccio, il suo vice: legge dell’hashtag #gattusoout sui social perché è il figlio che gliene parla. Non resta indifferente alle critiche della stampa, non gli scivolano addosso. Il Napoli lo ha deluso ancora una volta ed è quindi iniziato il momento di fare una analisi approfondita della situazione che mette anche in dubbio l’organizzazione di gioco, ovvero il 4-2-3-1 che non è scolpito con la pietra viste le condizioni fisiche di alcuni dei big.
Gattuso ha personalmente guidato la seduta di allenamento di quelli che hanno giocato poco o non hanno giocato per nulla al Bentegodi. Ha parlato a lungo con il dottor Canonico per capire come stanno Osimhen e di Mertens, le cui condizioni sono ancora precarie. Il resto della squadra, alle prese con massaggi e qualche seduta di scarico, è stato per poco con il tecnico. Nessun discorso particolare: i calciatori hanno l’umore a pezzi ed è questo un altro aspetto preoccupante. Come il loro silenzio. Perché Gattuso non vuole processi e non vuole farne: quando si vince c’è sempre qualcosa che non va, ma quando si perde come a Verona gli errori sono talmente evidenti che non c’è bisogno di stare lì a sottolinearli subito. La squadra va via all’ora di pranzo mentre Gattuso e lo staff restano incollati alle tv per vedere i video e prepararli per questa mattina: perché la prima vera riunione post-Verona è prevista per oggi.
Non vuole essere «un re travicello», non vuole farsi sbeffeggiare dalle rane della favola di Fedro. Gattuso che per lunghi giorni ha fatto vedere e rivedere il contratto di rinnovo ai suoi avvocati, aspetta il momento dell’incontro e delle firme: senza alcune revisioni, il contratto sarebbe già firmato. Ma ora non c’è tanto tempo. E bisogna capire se c’è ancora voglia, da parte di entrambi. Non si sente in bilico, è sereno ma è consapevole che il destino di ogni allenatore è legato ai risultati anche se questa serie A fa fatica a trovare una squadra continua nel rendimento e nelle prestazioni. Ieri De Laurentiis è stato impegnato per tutto il giorno con una riunione per definire nei dettagli l’ingresso dei Fondi in Lega Serie A. Va stabilita anche (e soprattutto) la modalità di ripartizione dei 1,7 miliardi di euro assicurati dai Fondi ai 20 club di serie A. Ed è concentrato sulle due assemblee di Lega in programma tra domani e giovedì. Secondo una stima di Sports Business Group di Deloitte i club della Money League, entro la fine della stagione 2020/21, avranno perso oltre 2 miliardi di euro in termini di mancate entrate. Il Napoli ha chiuso l’ultima stagione con un crollo del fatturato da 2017,4 milioni a 176,3.