(Italiano) Quella Nazionale sempre più lontana da Napoli


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Sono trascorsi sette anni e cinque mesi. Dal 15 ottobre 2013 la Nazionale non mette piede al San Paolo, diventato Stadio Maradona dopo la morte di Diego. La prima delle tre partite del girone di qualificazione ai Mondiali 2022, quella in programma giovedì 25 contro l’Irlanda del Nord, la giocherà a Parma e nella scelte della sede c’entrano le misure di precauzione adottate per la pandemia: la città emiliana non è distante dal centro tecnico di Coverciano, ora più che mai un bunker. Ma prima? Perché la Nazionale non è più tornata a Fuorigrotta dopo quella partita – Italia-Armenia 2-2 – del girone di qualificazione ai Mondiali, di fatto una passerella dato che la squadra di Prandelli era già qualificata per Brasile 2014?

Nel Terzo Millennio le partite degli azzurri al San Paolo, oggi Casa di Diego, sono state appena tre: nel 2002, nel 2006 (con esibizione della Coppa del mondo vinta dalla Nazionale a Berlino due mesi prima) e appunto nel 2013. Le condizioni precarie dello stadio inaugurato nel 1959 e non più ristrutturato dopo Italia ’90 avevano ufficialmente tenuto gli azzurri lontani, in realtà le “trattative” dei funzionari della Figc con il Napoli e il Comune erano state piuttosto complicate. Ma dopo il restyling dell’impianto effettuato per le Universiadi, grazie ai 28 milioni messi a disposizione dalla Regione Campania, c’è una struttura funzionale, senz’altro in grado di accogliere la Nazionale per una partita di prestigio, non una di quelle amichevoli che si può offrire a qualsiasi piazza.

Poche settimane dopo la morte di Maradona, il ministro degli Esteri, Di Maio, aveva ipotizzato l’organizzazione di un triangolare a Napoli per ricordare il Capitano con Italia, Argentina e Inghilterra, anche in segno di “pace” dopo la Mano de Dios ai Mondiali ’86. Un annuncio e niente più. Ma Napoli ha diritto a rivedere la Nazionale, che ha giocato qui 25 gare (2 all’Ascarelli e 23 al San Paolo), soprattutto ora che il capitano del Napoli, Insigne, è diventato un punto fermo della squadra di Mancini. Lorenzo c’era quel giorno del 2013 al San Paolo. Proprio Prandelli lo aveva promosso dalla Under 21 e pochi mesi dopo lo avrebbe portato ai Mondiali in Brasile, terminati dopo le prime tre partite del girone. Pirlo era il capitano della squadra, in campo c’era anche Astori, quel ragazzo d’oro che sarebbe stato tradito dal suo cuore cinque anni dopo.

 

From: https://www.ilmattino.it/sport/calcio/nazionale_napoli_lontana-5849804.html

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