L’altra notte, dopo aver dato una lezione di calcio a Nizza, Sarri si è augurato di trovare una delle due squadre di Manchester nel girone di Champions League.
E Totti e Shevchenko, i due ex fuoriclasse designati per il sorteggio, lo hanno accontentato: il Napoli sfiderà il City oltre a Shakhtar Donetsk e Feyenoord, vincitori dei campionati di Ucraina e Olanda. Suggestivo il confronto tra Sarri e Guardiola, due tecnici che diffondono lo stesso verbo: gioco palla a terra, verticalizzazioni, corsa e rapidità nell’esecuzione. È la grande bellezza del calcio.
Il Pep e Maurizio non si sono mai affrontati, accadrà il 17 ottobre (a Manchester, tra le partite di campionato contro Roma e Inter) e il primo novembre e sarà un’emozione per il tecnico azzurro che aveva ammirato il modello del Barcellona quando lavorava in provincia e sognava un grande club. Hanno avuto percorsi professionali differenti, il profeta del tiki taka è stato un’icona del Barça. Ma ci sono punti di contatto nello stile delle loro squadre. Guardiola ha applicato le sue idee in tre grandi club – Barcellona, Bayern Monaco e City – e ha vinto tanto, non ancora in Inghilterra però. Sarri è al terzo anno in una piazza d’eccellenza e punta al grande colpo, cioè a confrontarsi fino alla fine con la Juve per lo scudetto 2018 e a prolungare la permanenza in Champions, interrotta nella scorsa edizione perché gli azzurri trovarono sul loro cammino il Real Madrid, i più forti al mondo.
Al Napoli è andata bene. Avrebbe potuto trovarsi in un girone più duro (alla Roma sono capitati Chelsea e Atletico Madrid, ad esempio) e non deve tremare per queste sfide: non è una timorosa convitata al tavolo Champions, ha i mezzi e la personalità per puntare al passaggio agli ottavi, al di là del peso dei fatturati e delle spese sul mercato, quelle cifre che prima o poi Sarri tornerà a sottolineare. Ieri non ha commentato il girone, probabilmente già proiettato alla partita di domenica contro l’Atalanta. Nelle tre precedenti apparizioni in Champions soltanto una volta gli azzurri non sono riusciti a superare il girone ed è accaduto nel 2013, quando rimasero fuori pur avendo conquistato con Benitez lo stesso numero di punti (12) di Borussia Dortmund e Arsenal. La crescita di questa squadra è stata sottolineata nella scorsa primavera proprio da Guardiola: «Il Napoli gioca il miglior calcio d’Italia». Un attestato di stima ribadito dal direttore sportivo dei Citizens, Begiristain, altro ex Barça, dopo il sorteggio.
Il City ha una rosa stellare, come certificano la valutazione di 620 milioni e un disavanzo di mercato, al momento, di 161. Tra i colpi gli acquisti dei terzini Mendy e Walker, dell’ala Bernardo Silva e del portiere Ederson, da aggiungere a Kompany, De Bruyne, Yaya Toure, Silva e Aguero (l’ex genero di Maradona che impazzisce per gli abiti del sarto napoletano Gianni Marigliano). Nei giorni scorsi si è diffusa l’indiscrezione di un colpo stratosferico: l’acquisto di Messi, a cui il Barcellona ha attribuito una clausola da 250 milioni. Operazione smentita da tutte le parti, però lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nahyan, proprietario del club, sogna un colpo ad effetto per mettere Guardiola, terzo nello scorso campionato a -15 dal Chelsea, in condizione di realizzare l’accoppiata Premier-Champions.
Lo Shakthar è guidato dal portoghese Fonseca e ha un bomber argentino, Ferreira. Ha dovuto affrontare, dopo la distruzione del suo stadio nella guerra con la Russia, l’obbligato esilio a Kharkiv, a 300 chilometri dalla città: qui comincerà la quarta avventura azzurra in Champions League il 13 settembre. Nel Feyenoord il più temibile è l’attaccante danese Jorgensen, autore di 19 gol nelle 27 partite della scorsa stagione. Ma ancor più paura fanno gli ultrà del club di Rotterdam, quelli che danneggiarono la Barcaccia in piazza di Spagna prima della partita contro la Roma all’Olimpico nel 2015. In occasione del playoff col Nizza sono state vietate le trasferte delle tifoserie ed è possibile che, alla luce di quella devastazione nella capitale, vengano adottati duri provvedimenti. Niente deve intaccare il fascino di queste notti magiche, con quell’urlo The Champions che salirà da Fuorigrotta e scuoterà tutta Napoli. È un brivido che può accompagnarci a lungo: il sorteggio per una volta ha sorriso agli azzurri.
From: Il Mattino.