È pronto a sedersi nel Pantheon, tra quelli che non scendono più dal trono. Né domani, né mai. È pronto a dare del tu alla gloria, Marek Hamsik. E poco importa che è tornato da Wembley col muso lungo, per un ko con la Slovacchia che rende complicata la corsa ai Mondiali. E fa crescere le possibilità di un incrocio con l’Italia agli spareggi: «Ci giochiamo tutto con la Scozia, sono sicuro che ce la faremo». Meno due al record di Diego Maradona e domenica arriva il suo avversario preferito: c’è il Bologna contro cui, in questi dieci anni d’azzurro, ha segnato 9 dei suoi 113 gol totali (e ben 5 al Dall’Ara). La sua vittima ideale, meglio della Juventus (8) e del Palermo (8).
D’altronde, per entrare nella leggenda del Napoli bisogna per forza fare i conti col Pibe de oro. Maradona è come uno spartiacque. C’era il calcio prima di Diego, e c’è il calcio dopo Diego. Un’era rivoluzionaria che si è conclusa nel 1991. Salvo imprevisti, il record di gol con la maglia del Napoli presto sarà di Hamsik. E poiché Marek può aspirare ad altre 2-3 stagioni a grande livello, può permettersi di non avere ansie particolari: questa è la stagione in cui riscriverà il libro della storia azzurra, lasciando alcuni capitoli incisi a caratteri indelebili. O quantomeno piazzando l’asticella statistica tanto in alto che per raggiungerla ci vorranno molti anni ancora.
E poco importa se si è un po’ fermato, negli ultimi tempi, da quando ha sentito quota 115 avvicinarsi: dal 25 febbraio, in 20 partite giocate col Napoli ha segnato appena tre gol (due alla Juve, uno in campionato l’altro in Coppa Italia; e il terzo alla Sampdoria). In tanti hanno sottolineato la sua partenza un po’ in ombra. Ma hanno la memoria corta: nella prima stagione con Sarri, dopo il gol alla prima di campionato al Sassuolo, impiegò altre 16 giornate per segnare in campionato. E lo scorso anno, la prima rete in serie A arrivò proprio alla terza giornata, con il Palermo, ma il bottino dopo 11 partite di campionato era di appena 2 gol. Insomma, ha bisogno dei suoi tempi, Marek l’uomo destinato a schiantare ogni record del Napoli. Compreso quello delle presenze: con 456 gare è al terzo posto dietro a Bruscolotti (511) e Juliano (505). Anche qui, questione di un anno.
Intanto, se ne è preso un altro: nelle ultime 5 stagioni in serie A, nessuno ha fatto più assist di lui, ovvero 50. Meglio di chiunque altro, compreso Totti. Ci sono numeri e numeri, dunque record e record. Di alcuni, ad Hamsik non è fregato mai granché. Anzi, ha sempre preso in giro le ansie statistiche di chi si è affannato a vivisezionare la sua carriera, aiutandosi con gli archivi. Però ci sono orizzonti che non lasciano indifferente neppure lui. «Raggiungere e superare Maradona, diventando il miglior marcatore di sempre nella storia del Napoli, non sarà una cosa qualsiasi». Già solo questione di tempo. Lui è una specie di grande vecchio, anche quando era il più giovane di tutti e non come adesso, uno dei veterani. C’è un abisso tra lui e il mondo: soprattutto mentale. Raiola, ha provato a renderlo uno qualsiasi, ma ha sbattuto il capo. «Alla fine della carriera magari aprirà un cinema in Slovacchia», ha detto sprezzante il manager parlando di Marek. Si è sbagliato: magari il cinema lo aprirà nella sua Pinetamare, dove sta crescendo i suoi figli e dove tutto attorno ruota il suo mondo fatto di semplicità e gesti comuni.
A meno due dalla storia azzurra. Bologna, Shakthar, Benevento, Lazio, Spal, Feyenoord e Cagliari: in questo ciclo Marek Hamsik può riuscire nel suo intento.
From: Il Mattino.