Appena si sono diffuse le voci sulla trattativa che vorrebbe mettere in atto Jorge Mendes per portare Cristiano Ronaldo a Napoli e consentirgli di giocare la Champions League 2022-23, si sono aperti i dibattiti all’interno della tifoseria. E si è fatto un raffronto sull’affare che Corrado Ferlaino e Antonio Juliano, presidente e direttore generale di quel Napoli, portarono a termine 38 anni fa con l’acquisto di Diego Armando Maradona. Nulla di più errato.
Ci sono varie e profonde differenze, che vanno al di là dei valori tecnici di Diego e Cristiano e del dato anagrafico: Maradona arrivò a Napoli a 23 anni e CR7 ne ha 37. Il punto è un altro. Intorno al Pibe – reduce da due anni di sofferenze a Barcellona, le stesse che aveva vissuto in campionato il Napoli, scampato a due retrocessioni – venne costruita una squadra. La Squadra. Ferlaino, un re dell’edilizia, portò a termine il suo più bel progetto, inserendo in organico a partire dall’estate 1985 giocatori di spessore che due anni dopo avrebbero contributo in maniera determinante, uniti ad altri, alla conquista del primo scudetto. Ed era proprio quello che Diego aveva auspicato mettendo piede a Napoli, sollecitando Ferlaino ad ingaggiare ad esempio il bomber della Lazio, Bruno Giordano, e il portiere del Verona scudettato, Claudio Garella, recentemente scomparso. La figura di Maradona fu un il migliore attrattore possibile.
CR7 è un’altra storia. Lui qui sarebbe di “passaggio” perché dopo quanto è accaduto a Torino si è capito che il cinque volte Pallone d’oro e il suo agente Mendes hanno una visione molto personale. Non sono interessati a un progetto tecnico – un anno fa scelsero lo United anche se avrebbero voluto firmare per il Chelsea – ma soltanto a incrementare i guadagni e la gloria del più popolare uomo del pianeta che è nella fase finale della sua straordinaria carriera. Un gigante del calcio che non è riuscito più ad essere tale con la maglia dei Red Devils e vive una fase difficile nei rapporti con l’ambiente, lo spogliatoio, il nuovo tecnico Ten Hag. Dietro a CR7 non vi sarebbe – e non potrebbe mai esservi – un progetto neanche a medio termine. Potrebbe far vincere, certo. Ma questa è un’altra storia, appunto.