Inviato a Castel Volturno
Fategli largo. Arriva Victor. I supplenti per un po’ hanno quasi iniziato a crederci, anche se in cuor loro sanno bene che l’ordine naturale delle cose è un altro. Però, dato che l’assenza del professore o del titolare della cattedra, si protrae da un sacco, un pensierino era pure lecito. Niente da fare. In queste ore quasi tutto viene spazzato via: dubbi, illusioni, speranze precarie. Osimhen torna titolare con la Roma. Rispettando, per l’appunto, l’ordine naturale delle cose. All’Olimpico va di scena il primo Napoli di questa stagione, quello possente che ruota attorno al nigeriano che non sembra conosce soste. Certo, Raspadori è uno straordinario piano B. Ma ora occorre dare strada a mister 140 milioni (quello che De Laurentiis voleva dal Manchester United per dire di sì allo scambio con Cristiano Ronaldo).
Da subentrante, per carità, ha fatto il suo dovere: il gol all’Ajax e quello della vittoria con il Bologna che ha blindato il primo posto assoluto. Due reti che confermano il ritorno in condizione, dopo l’infortunio nella notte con il Liverpool in cui incantò per la sua leggiadria e perché, sia pure solo per un tempo, è stato ispiratore delle azioni più nitide. E Raspadori? Ma sì, nessun dramma. Mica è un ritorno in panchina. Al momento è un ritorno al ruolo di titolare da 40 minuti, o giù di lì. D’altronde, lui è il futuro anche. Mica è qui di passaggio. Di Osimhen, invece, si sa che sarà difficile la prossima estate resistere a certe tentazioni di mercato. Osi è stato titolare in campionato l’ultima volta proprio nella notte dell’Olimpico con la Lazio: non segnò, ma come sempre è il tipo di attaccante pericoloso da maneggiare come la vipera del Gabon quando è di cattivo umore. Il 4-3-3 con quel colosso con la mascherina è profondamente differente da quello con il Raspa falso nove: però, per Spalletti, sarà bello tenere Mourinho sul filo dell’incertezza fino alla fine. Perché, diciamolo, è proprio una bella arma in più non far sapere chi schierare là davanti. Ma con la Roma, i giochi sono fatti: Osimhen e poi Raspadori. Con o senza staffetta, dipende pure come si mettono le cose.
Quel che è certo è che Osi ormai è pienamente recuperato dopo il problema muscolare di settembre. Uno stop che lo ha rimesso a posto, fisicamente dopo due panchine in tre giorni arriva il momento del ritorno in campo dall’inizio. Chi non ci sarà è Anguissa: non è pronto, non ha senso neppure portarlo in panchina. L’opzione Elmas non è campata in aria anche se quel post di domenica scorsa (la foto con la panchina e la didascalia: “Il mio miglior amico”) è stato declassificato come ironico ma non è complicato capire che nasconda un discreto mal di pancia (non è stato ancora deciso se verrà multato). Dunque, opzione Elmas al posto di Anguissa (ma sempre tenendo conto di Ndombele) e monitoraggio costante per Rrhamani che però ha davvero poche chance di recuperare (resta Juan Jesus il favorito).