La favola di Mertens centravanti cominciò a Cagliari, dieci mesi fa, in una calda domenica di dicembre e proprio all’ora di pranzo, come oggi. La Sardegna isola felice per Dries, una tripletta, la trasformazione sua e del Napoli dopo il grave infortunio al ginocchio di Milik che aveva insinuato dubbi e rallentato la corsa degli azzurri nell’ottobre nero che costò lo scudetto.
Tutto nasce da quella girata fulminea del belga, un movimento da prima punta vera che lasciò sul posto i difensori di Rastelli. Con quell’intuizione improvvisa mise a tacere gli scettici e diede forza all’idea tattica di Sarri: il Napoli stravinse 5-0 e cominciò la nuova vita del belga. Già, perché da quel momento non si è fermato più e di gol ne ha sfornati a ripetizione, uno più bello dell’altro. Altri due ne ha segnati ancora al Cagliari nel 3-1 al ritorno al San Paolo: cinque reti l’anno scorso alla squadra di Rastelli, niente male, sei in totale in quattro gare contro i sardi.
Fu quella, probabilmente,la settimana più bella della sua carriera: la domenica successiva calò il poker al San Paolo contro il Torino. Sette gol in sette giorni e poi la scalata al titolo dei bomber conclusa al secondo posto a una sola lunghezza dal capocannoniere Dzeko. Ora è un centravanti vero, Mertens, tra i più forti della serie A con Belotti, Dzeko e Icardi e si trova nuovamente a dover fronteggiare l’emergenza dell’attacco azzurro per un nuovo grave infortunio al ginocchio di Milik: oggi ritrova il Cagliari e vuole aggiungere un’altra pagina a un racconto sempre più avvincente. Avvolgerà per un attimo il nastro, la mente tornerà a quella tripletta, un modo per caricarsi ancora di più per la sfida che può regalare al Napoli la settima vittoria di fila e la conferma del primo posto in classifica prima della sosta per le qualificazioni mondiali.
Da Cagliari al Cagliari la dolce parabola di Dries, una crescita costante, continua, senza soste e senza macchie: tappa dopo tappa, traguardo dopo traguardo, gol dopo gol. L’ultimo al Feyenoord in Champions League, l’ottavo stagionale, la sua è una cronometro, una corsa con se stesso per migliorare la precedente prestazione: l’anno scorso chiuse a 34 reti, il suo record in carriera che punta a migliorare. La stagione è lunga e Mertens non ha perso tempo: subito a segno nella prima partita ufficiale, il preliminare di andata di Champions contro il Nizza, suo il primo gol del nuovo Napoli.
La vita nuova, quella da centravanti gli ha aperto nuovi scenari: ora sfrutta al meglio le sue caratteristiche ed esalta le sue qualità realizzative. Dries nato e cresciuto da esterno d’attacco ha svoltato da punta centrale scoprendo nuovi orizzonti. Le vie del gol sono proprio infinite per Mertens: tagli, scatti, uno contro uno, ricerca della profondità. Il re dello scacchiere di Sarri esaltato dalle mosse dei due alfieri, Callejon e Insigne. Un tridente leggero che diventa sempre più pesante nell’economia del gioco del Napoli: il belga adesso davanti al portiere è freddo, cinico, spietato. Meno errori rispetto a prima quando si sfiancava da esterno. Sei reti in campionato in sei partite, più due in Champions League, già a quota otto.
Mertens centravanti, però, non pensa soltanto a segnare: nel Napoli di Sarri è il primo difensore, quello che va per primo in pressing a caccia del pallone: un’irruenza che lo porta anche a commettere falli, in partita è lui con la percentuale di irregolarità più alta tra gli azzurri. In campionato ha commesso nove falli, più di tutti, a otto c’è Koulibaly e a sei Allan e Ghoulam. Generoso e combattivo, il centravanti ultramoderno, quello sempre connesso e con tanti giga a disposizione da consumare in partita. C’è il Cagliari, una delle avversarie che lo esalta di più, Cragno è avvertito.
From: Il Mattino.