Eccolo Christian Maggio, l’inossidabile, con la fascia di
capitano (Hamsik in panchina), è il vecio del gruppo e gioca
la sua partita ad altissima fedeltà in una serata di gelo e
cuore caldo. In questo Napoli-Udinese di Coppa Italia festeggia la
trecentesima maglia azzurra (227 partite in campionato, 20 in Coppa
Italia, 2 in Supercoppa italiana, 51 in Europa) entrando
nell’albo d’oro degli azzurri più fedeli, sulla scia
di Bruscolotti, Juliano, Hamsik, Moreno Ferrario e Ciro
Ferrara.
È un piacere vederlo sempre pronto, sempre disponibile,
sempre sereno. Un giocatore vecchio stile, come i veneti di una
volta, felici di giocare a Napoli, legati alla città e alla
maglia azzurra, irriducibili in campo, i nostri amici del bel tempo
che fu Titta Panzanato e Tonino Girardo, e poi Stelio Nardin il
rosso.
Christian Maggio, 35 anni, dieci di fedeltà azzurra,
professionista impeccabile, dalla gloria, dall’entusiasmo e dai
gol dei primi anni da esterno destro nel 3-5-2 di Reja (Maggio,
Blasi, Gargano, Hamsik, Vitale) e Mazzarri, laterale d’attacco
e di difesa, alla panchina delle ultime stagioni, terzino destro
prima nel 4-2-3-1 di Benitez, quindi nel 4-3-3 di Sarri, un
sacrificio tattico che non l’ha mai condizionato dando sempre
il massimo delle sue possibilità. Da tre campionati ha
ceduto il posto di titolare a Hysaj di dodici anni più
giovane.
Sesto nelle presenze totali azzurre, secondo per presenze nelle
competizioni europee, arrivò al Napoli che aveva 26 anni nel
2008 dopo l’ultima splendida stagione nella Sampdoria (con
Mazzarri) entrando nel giro della Nazionale con Marcello Lippi (34
presenze dal 2008 al 2014). Titolare inamovibile nel Napoli fino
alla sciagurata domenica (8 marzo 2009) contro la Lazio al San
Paolo, brutta sconfitta e brutto incidente per Christian che era
entrato al posto di Santacroce negli ultimi venti minuti: lesione
del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, campionato
finito, saltate le ultime undici partite. Quell’anno
andò in gol quattro volte. Decise la gara contro la
Fiorentina a Fuorigrotta (2-1) battendo Frey a venti minuti dalla
fine e andò a inchinarsi davanti alla Curva B, deserta per
squalifica, un omaggio ai tifosi forzatamente assenti.
La gentilezza, i modi educati, la partecipazione discreta ma
appassionata alla vita di spogliatoio fanno di Christian Maggio un
ragazzo di altri tempi. Di recente, all’aeroporto di
Capodichino, ha ceduto il posto a una donna con un bambino in
braccio concedendosi al selfie inevitabile di lei, Teresa Di Marco
di Poggiomarino.
From: Il Mattino.