(Italiano) Sarri: «Facciamo un Napoli più forte»


CONDIVIDI/SHARE

Sorry, this entry is only available in Italiano. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

image

Il tecnico: «Clausola? La toglierò, ma devo capire se il progetto di crescita andrà avanti»

NAPOLI – Perché sia chiaro, persino al di là di ogni (legittimo) dubbio: i soldi non sono tutto, nella vita, e fa niente se poi aiutino a passarsela meglio. «Io voglio semplicemente sapere se il ciclo debba considerarsi ancora aperto e con margini di miglioramento o se invece debba essere ritenuto finito». Perché non esistano retropensieri: i contratti sono documenti «oppugnabili», dinnanzi a due uomini che sappiano dirsi – come hanno avuto modo di fare – ciò che pensano e quel che vogliono. «E per me la clausola non ha alcun valore dinnanzi ad altri aspetti». Perché siatuta (simbolicamente) e indossa i panni del conferenziere, Benevento-Napoli è diventato ormai un dettaglio esistenziale e quel che resta, nell’orizzonte, è il futuro da opzionare dopo aver parlato con De Laurentiis ma poi pure con se stesso.

LUI E DE LAURENTIIS – Verranno giorni in cui ci sarà modo per ritrovarsi, per rinfrescarsi le idee, per ripensare alle strategie per continuare ad essere «il Napoli», una squadra disegnata dal club ad immagine e somiglianza di un allenatore che ha provveduto, lucidamente, a ripulire l’aria dai veleni (presunti o reali) d’un mercato digerito faticosamente soprattutto da quell’universo social che ormai ha un peso: «Ma non ne ha per me, perché De Laurentiis era fortemente intenzionato a spendere. Io avrò bisogno di sapere, invece, se questo ciclo possa continuare a vivere. Non c’è bisogno, tra me e Aurelio, di tanti incontri: ne basteranno un paio per definire le prospettive. So, e me lo ha detto lui, che vuole togliere la clausola: ma questo non è un problema. A me basterà avere la certezza che ci siano ancora margini di miglioramento in questo Progetto».

LUI E GIUNTOLI - Ci sono argomenti che sembrano tabù, che apparentemente possono diventare pruriginosi pretesti a uso e consumo della dietrologia: e invece, quando Maurizio Sarri esce dalla panchina e viene trascinato su una materia (teoricamente) scivolosa, persino un macrocosmo caotico viene ricondotto alla ragionevolezza, sgomberandolo da qualsi umano, non demagogico, vivere a modo proprio, lasciando che il danaro non diventi mai un dio dinnanzi al quale sacrificare i propri sentimenti: «Io ho un rapporto affettivo e reciproco con la città: e questo è uno dei motivi, direi il motivo, che mi porterà a decidere nel bene e nel male. E dovrò farlo riflettendo sulle prospettive di quanto potrò dare a questa gente, a cui voglio dedicare tutto me stesso». Quando Maurizio Sarri smette la […]

From: Corriere Dello Sport.

CONDIVIDI/SHARE