Darmian resta il candidato principale, poi Lainer e Aurier. Per il ruolo di esterno di difesa valutati diversi profili. Il terzino del Lilla ha dalla sua l’età e la valutazione
NAPOLI – Sono questi i giorni, e non bastano le partenze intelligenti: è il momento degli ingorghi, su corsie già intasate da ombre, e non c’è verso di liberar la fascia, e definitivamente, scegliendone uno, uno soltanto, che possa affiancare Hysaj ed eventualmente accompagnare il laborioso rientro di Ghoulam. Sono queste le ore, ormai ne mancano poco meno di quattrocento al fatidico rintocco del Big Ben, e comunque si intravedono sagome o forse suggestioni, ne sono rimaste ancora un paio, per assecondare le esigenze più elementari, due per ruolo in ogni zona del campo.
BALLOTTAGGIO – E magari saranno ancora e soltanto loro, chi può dirlo?, a contendersi quel ruolo di esterno difensivo di destra (con capacità di occupare anche la sinistra): in partenza erano in tanti, da Vrsaljko a Toljan, da Arias a Sabaly, per citarne alcuni; poi il gruppo, succede spesso così nelle corse di resistenza, s’è andato sgretolando, e adesso restano Lainer, Aurier, Darmian e Malcuit. La differenza ci sono, sia economicamente che anagraficamente, e incide ogni dettaglio, in vicende del genere, per dirimere la scelta finale.
MALCUIT – Kevin Malcuit è la new entry, spuntata l’altro giorno in questo bazar del calcio che comincia ad avere i secondi contati: il cronometro corre, molto più di quelli che un tempo venivano chiamati fluidificanti, e non consente troppe divagazioni. I suoi ventisette anni, appena compiuti, rappresentano una chiave di lettura e poi anche le sue recenti esperienze, l’ultima al Lille, per qualche mese pure con Bielsa in panchina: al resto provvede la valutazione, prossima ai dieci milioni di euro, di chi s’è avuto modo di dialogare con gli intermerdiari internazionali.
DARMIAN – Matteo Darmian è più «vecchio» di un anno e mezzo, a dicembre ne compirà ventinove, ha un curriculum vitae di assoluto rispetto, nel quale brilla il triennio al Manchester United, ma soprattutto il battesimo con Carlo Ancelotti, nel «lontano» 2009, al Milan: ma la questione, è più contorta, richiede sacrifici economici rilevanti (sette milioni per il prestito, tredici per il riscatto obbligatorio) ed è sulla valutazione che bisognerà applicarsi, come sempre accade.
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