L’eleganza non la dà l’abito, ma il portamento di
chi lo indossa. Vale anche per gli schemi. Prendiamo il famoso
4-3-3. Ancelotti ne ha fatto l’abito di inizio festa, ma non ha
esitato a cambiare il vestito quando ha capito che era necessario.
Ma dietro, sempre in quattro sono rimasti. Nelle sue migliori
interpretazioni, con esterni che convergono verso l’area,
mediani incursori e pressing alto, il Napoli ha offerto momenti di
calcio aggressivo, propositivo, a ritmi intensi. Soprattutto con il
Milan. I numeri, al momento, non premiano in difesa: perché
i gol incassati dopo due giornate sono stati tre. Lo scorso anno
due; due anni fa quattro.
Re Carlo ha in mente diverse variazioni sul tema. Ma di una cosa
è sicuro: il lavoro di Sarri fatto per la linea a 4 va
ancora sfruttato a lungo. Se per quelli dalla cintola in su
è convinto che sia necessario cambiare qualcosa (o tanto,
vedremo presto) là dietro, meno mette mano, è meglio
è. L’orgoglio di gloriosi senatori fa la differenza: con
la Sampdoria è assai probabile che Ancelotti si affidi
ancora una volta ai magnifici 4, ovvero Hysaj, Albiol, Koulibaly e
Mario Rui che pare aver recuperato dai problemini fisici che lo ha
costretto al cambio nel corso della gara con il Milan. Erano le
certezze di Sarri e lo sono adesso anche di Ancelotti. E gli altri?
Piano, arriverà il loro momento. Dopo la sosta, a partire
dalla Fiorentina, si giocherà al ritmo di un match ogni 72
ore. E lì, che la mano di Ancelotti si vedrà.
From: Il Mattino.