(Italiano) De Guzman choc: «Il Napoli non mi fece operare. Giuntoli mi ha colpito in faccia»


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L’ex centrocampista azzurro attacca: «Il ds voleva che andassi via e mi disse: “Se non firmi, sei morto”»

ROMA – Accuse pesanti quelle che arrivano da Jonathan De Guzman in un’intervista al quotidiano olandese “De Volkskrant” dove racconta la sua esperienza al Napoli. Il 31enne centrocampista oggi all’Eintracht era stato acquistato nell’estate 2014 dai partenopei, voluto da Rafa Benitez. Ma nel marzo dell’anno dopo sono iniziati i suoi guai. De Guzman era alle prese con dolori allo stomaco “e sono stato messo a dieta, con meno carboidrati. Ma il dolore tornava“. Benitez gli aveva suggerito di consultare un altro medico “ma il club non lo permetteva“. Nell’estate successiva arrivano Sarri e il nuovo ds Giuntoli. “Sono un giocatore capace di correre tanto ma se anziché fare 10 chilometri posso farne a stento 6, è chiaro che un allenatore non ti vuole“.

Secondo la versione di De Guzman, il Napoli non credeva che il giocatore avesse ancora problemi e nell’ultima settimana di mercato ad agosto ha provato a cederlo ma le trattative con Sunderland e Bournemouth non sono andate a buon fine. L’olandese racconta di pressioni da un collaboratore di Giuntoli perché firmasse con un’altra squadra: “‘Se non firmi, a Napoli sei morto, non giocherai più’“. Alla fine l’olandese rimase in azzurro e l’1 settembre si presentò al campo d’allenamento.

E lì con Giuntoli sarebbero volate parole grosse: “Ero nello spogliatoio e mi disse: ‘ehi, pezzo di m…, vieni qui. Tu te ne andrai, l’hai promesso’. E io: ‘Non ho promesso niente’. E all’improvviso mi ha colpito in faccia. Sono impazzito, abbiamo iniziato a litigare, sono volate sedie, poi è arrivato Zuniga a separarci. Mi ha detto: prendi le tue cose e vai a casa“. De Guzman avrebbe provato a mettersi in contatto con Aurelio De Laurentiis ma senza successo. E il giorno dopo rivela di aver avuto un confronto col figlio Edoardo: “Mi disse: ‘Tu non vai da nessuna parte, stai qui, sei morto qui’“. Per 4 mesi è stato costretto ad allenarsi a parte, isolato anche dai compagni di squadra. Poi, finalmente, gli viene diagnosticata un’ernia sportiva ma gli viene impedito di operarsi, lasciò Napoli e andò in prestito al Carpi, poi finalmente viene sottoposto a un intervento e l’estate dopo – siamo nel 2016 – fece il suo rientro a Napoli. “Sarri mi disse che potevo mettermi alla prova. E’ un buon allenatore, lo sta dimostrando anche al Chelsea. Al Napoli era tutto al top tranno pochi uomini. Il calcio è business, lo capisco, ma certe cose erano inumane“. (in collaborazione con Italpress)

From: Corriere Dello Sport.

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