Il dibattito su Juve e Napoli, sull’influenza del club
bianconero sugli arbitri che sarebbe risultata decisiva nel finale
dello scorso campionato, si sposta dal campo
all’Università. E questo per un motivo accademico.
«Gli studenti vedono che non c’è il rispetto delle
regole neanche nel calcio e non hanno fiducia nelle
istituzioni», avverte Guido Clemente di San Luca, docente di
diritto amministrativo presso la Seconda Università di
Napoli, nel libro «Campionato di calcio e stato di
diritto» (Editoriale Scientifica, pagg. 132, euro 12), il
testo che raccoglie gli interventi di esperti di diritto che hanno
partecipato al convegno dell’11 giugno presso la facoltà
Luigi Vanvitelli, tre settimane dopo la fine del campionato vinto
dalla Juve con 4 punti di vantaggio sul Napoli.
La passione per l’azzurro – tutti tifosi i partecipanti, a
cominciare da Clemente di San Luca, tra i fondatori del
«Comitato Te Diegum» dopo il fragoroso addio di
Maradona – ha spinto alla riflessione sul «contesto
regolativo del gioco più bello del mondo».
Un’esagerazione? «No. Il fenomeno calcio ha assunto
enorme rilevanza sociale ed economica, con riflessi giuridici che
vanno analizzati con serietà perché rappresentano un
prezioso indicatore di quanto sta accadendo nella società e
nelle istituzioni», avverte il professore. Il libro
sarà presentato venerdì 23, alle ore 15.30, presso
l’Università Suor Orsola Benincasa con gli interventi
del presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi, del
presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e del
professore Amerigo Restucci, già rettore
dell’Università Iuav di Venezia. E poi lo scrittore
Maurizio de Giovanni e i rettori Lucio d’Alessandro (Suor
Orsola Benincasa), Alberto Carotenuto (Parthenope), Filippo De
Rossi (Sannio) e Giuseppe Paolisso (Luigi Vanvitelli).
From: Il Mattino.