Pomeriggio lontano da Napoli per Carlo Ancelotti, l’allenatore azzurro presente in Trentino per il Festival dello Sport. Insieme a lui due mostri sacri come Pep Guardiola ed Arrigo Sacchi, ex allenatore di Carletto. «Giocare bene ti dà più possibilità di vincere che in altri casi. Negli ultimi anni abbiamo provato a spiegare il calcio con le statistiche, ma le uniche statistiche che contano sono quelle dei gol segnati. Siamo in continua evoluzione, oggi vediamo un calcio organizzato ed anche le piccole squadre cercano di avere una identità ben definita».
«Nel nostro mestiere è necessario avere le giuste conoscenze, io ho avuto maestri importanti nella mia carriera come Liedholm e Sacchi, entrambi fondamentali quando ero un calciatore», ha continuato. «Quando si introducono delle novità c’è sempre maggior coinvolgimento, se arrivano anche i risultati il gioco è fatto. Oggi anche la fase difensiva è diventata una parte stimolante per le squadre. Quello dell’allenatore è un ruolo complesso ma piacevole, bisogna gestire una squadra da 25 giocatori e tutto lo staff che c’è intorno, tutti sono importanti all’opera stesso modo. Mi piace rendere tutti responsabili e delegare, così faccio anche a Napoli».
Quella azzurra è una avventura stimolante per Ancelotti. «Siamo una bela famiglia con calciatori giovani ed esperienze importanti. La società è umile e ha voglia di crescere, poi la città è bellissima. Ci sono tutte le condizioni per fare un buon lavoro. In Italia possiamo far bene, vediamo che ci riusciremo anche in Europa. Klopp l’abbiamo sistemato all’andata, poi vedremo al ritorno. Non so se siamo outsider in Champions, abbiamo un girone duro e la vittoria sul Liverpool è stata importante. Le gare col PSG ora saranno indicative, hanno Mbappé che sarà la stella dei prossimi anni, ma questa Champions mi sembra molto equilibrata».
«Insigne ha talento, ora deve sentirsi importante e mettere quel talento al servizio della squadra e degli altri compagni», ha detto Carletto. «A Guardiola ruberei la rapidità con cui trasmette le idee alle squadre in cui va, quello forse è l’aspetto più complicato. Credo che il calcio italiano sia competitivo e rispettato nonostante la mancanza di troppi nuovi talenti. Ma avendo vissuto molti anni all’estero so che qui siamo molto indietro. Bisogna fare qualcosa, non è bello assistere ancora ad insulti, ignoranza e maleducazione. E spero che il VAR arrivi presto anche in Champions».
From: Il Mattino.